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Il malato di Alzheimer ci segue: cosa possiamo fare per tranquillizzarlo?

By Aprile 23, 2021Alzheimer
Il malato di Alzheimer ci segue

Le persone malate di Alzheimer sono confuse e si sentono perse, per questo spesso ci seguono ovunque andiamo. Prima che questo diventi insostenibile, è meglio capire perché ciò succede e cercare di porre rimedio a questo atteggiamento. Vediamo come.

 

Prendersi cura di una persona affetta da Alzheimer, a volte, può diventare molto complicato: certi cambiamenti di comportamento o alcuni sintomi risultano fastidiosi e complicati da accettare o gestire. Chi ha provato per esempio l’esperienza di essere seguito sempre e ovunque può capire di cosa stiamo parlando. La pazienza in questi casi è messa a dura prova.

Quando un malato di Alzheimer ci segue, oltre a richiedere la nostra costante attenzione, è facile sentire che ci sta privando, senza farlo apposta, della nostra privacy. Diventa più difficile comportarsi in maniera spontanea e i nostri gesti vengono inibiti. Capire perché le persone affette da questa forma di demenza fanno così è facile: i malati di Alzheimer, soprattutto quelli che si trovano nelle fasi avanzate della malattia, sono disorientati, non sanno cosa può accadere, spesso non hanno nemmeno idea di dove si trovano e quindi non se la sentono di perdere il contatto con la loro unica costante, con il loro punto di riferimento.  Ma, come si diceva, in apertura, questo atteggiamento può alla lunga diventare insopportabile per noi.

Il malato di Alzheimer ci segue: come comportarsi?

Rassicurare
Come sempre, la cosa più importante da fare quando una persona affetta da Alzheimer manifesta disagio è rassicurarlo, facendolo sentire compreso e protetto. In questo specifico caso, possiamo, allontanandoci, usare parole per assicurare che faremo ritorno. Questo non basterà a farlo stare tranquillo tutto il tempo della nostra assenza, ma potrebbe funzionare per riuscire a non farci seguire.

Tenerlo impegnato
“Distrarre” la persona nel momento in cui ci dovremmo separare può essere d’aiuto sia per non farci seguire mentre ci allontaniamo sia per tenerlo impegnato mentre siamo assenti. Non importa cosa, ma dargli un compito – semplice, che non lo innervosisca – può essere uno stimolo e anzi può dare motivazione al nostro caro. Potremmo per esempio farlo disegnare, pulire della verdura, ascoltare la musica…

Lasciarlo in compagnia
Il metodo più efficace è trovare qualcuno che stia con il nostro malato mentre noi siamo assenti, così che soffra meno. L’importante è che la persona individuata sia di fiducia, conosca la persona e sappia quali sono le sue esigenze o come comportarsi.

In ogni caso, non dobbiamo sentirci in colpa né della nostra sensazione né di lasciare i nostri malati da soli o in compagnia di qualcuno. Anzi, proprio per garantire un’assistenza attenta e corretta, occorre essere lucidi e riposati. Per questo è importante chiedere sempre aiuto quando se ne sente il bisogno e soprattutto confrontarsi con il nostro medico o uno specialista per avere suggerimenti sul migliore comportamento da tenere.


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