
Bere caffè può ridurre il rischio di Alzheimer? È quello che emerge dai report dell’Institute for Scientific Information on Coffee (ISIC): diversi sono i benefici associati a un moderato consumo della bevanda. Ecco alcuni dei punti più importanti dell’ultimo report dell’ISIC.
Memoria, concentrazione, performance fisica migliori, ma anche rallentamento del fisiologico declino cognitivo legato all’età e riduzione del rischio di malattie neurodegenerative (come la malattia di Alzheimer, ma anche il morbo di Parkinson) e anche azione preventiva e protettiva nei confronti del diabete di tipo 2 e di alcune malattie del fegato tra cui cirrosi, steatosi ed epatite. Questi sono i principali benefici del consumo di caffè sul nostro corpo.
L’ISIC ha di recente pubblicato una nuova edizione del suo report Le cose buone della vita: il consumo di caffè può ridurre il rischio di sviluppare l’Alzheimer? mettendo in evidenza i numerosi benefici associati a un moderato consumo di caffè che via via nuovi studi e ricerche vanno ad accrescere la già vasta letteratura scientifica sull’argomento.
Ecco alcuni dei punti più importanti che si trovano nel report:
- una metanalisi pubblicata sulla rivista “Nutrition” evidenzia che il consumo moderato di caffè può ridurre fino al 27% circa il rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer;
- il ruolo della dieta mediterranea. Alcuni tipi di frutta, verdura e alcune bevande – tra cui anche il caffè – contengono polifenoli, molecole che agiscono sulle cellule cerebrali per ridurre l’infiammazione, diminuire la mortalità dei neuroni e mantenere bilanciati i livelli di acetilcolina, una sostanza chimica che funge da neurotrasmettitore e che viene rilasciata dalle cellule nervose per inviare segnali alle altre cellule. Tra i polifenoli che esistono, per esempio, c’è l’acido ferulico che aiuta a prevenire i problemi alla vista;
- la caffeina contenuta nel caffè ha mostrato di ridurre due marcatori tipici dell’Alzheimer: l’accumulo del peptide beta-amiloide e la iperfosforilazione di proteina tau. Inoltre ridurrebbe anche la morte dei neuroni, soprattutto nelle aree del cervello che giocano un ruolo nella memoria;
- uno studio ha infine evidenziato il ruolo svolto dalla quercetina (un importante flavonoide con importanti proprietà antiossidanti e antiinfiammatorie), presente nel caffè, quale neuroprotettore nei confronti sia della malattia dell’Alzheimer che nel morbo di Parkinson.
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