
Progettati per alleviare stress, tensioni e disorientamento, i giardini terapeutici possono aiutare chi soffre di demenza anche a stimolare la memoria e ridurre l’utilizzo di farmaci. Cosa sono e come vengono progettati.
L’ambiente in ci viviamo e ci muoviamo, ci condiziona. A tal punto da poter influire sul nostro umore. Sono molti gli studi che provano come cambiare città, casa o anche solo quartiere, possa influire negativamente o positivamente sul nostro benessere. In aggiunta, è risaputo che il contatto con la Natura ha benefici sulle persone. C’è anche una scienza che studia questo fenomeno, si chiama Biofilia e ha come obiettivo spiegare l’attrazione che le persone hanno verso il verde.
Giardini terapeutici: cosa sono e a cosa servono
Per le persone affette da demenza tutto questo vale ancora di più. L’ambiente dove vivono influisce in maniera determinante sulla loro condizione e sul loro umore e per questo è importante curare gli ambienti e gli arredi così nei dettagli. Sia che si tratti di un RSA sia di una casa privata. La progettazione degli spazi dove vive una persona affetta da Alzheimer deve contribuire a ridurre e contenere ogni possibile fonte di stress, aiutare a orientarsi nel tempo e nello spazio, rallentare il declino delle capacità cognitive e funzionali, ridurre l’uso dei farmaci e stimolare le abilità residue.
Proprio con questi obiettivi nascono i giardini terapeutici (healing garden, in inglese, ossia giardini della guarigione) che utilizzano il potere rigenerativo della Natura a servizio della scienza medica.
I giardini terapeutici rispondono a specifici criteri progettuali, pensati a partire dalle esigenze di persone malate che vivono in RSA, cliniche, strutture socio-assistenziali e ospedaliere, comunità di recupero. Non si tratta di semplici spazi verdi da usare soprattutto ora con l’arrivo della bella stagione: sempre più evidenze scientifiche ne rilevano i benefici sull’esito clinico dei percorsi di riabilitazione cognitiva e fisiologica e il ruolo sulla riduzione del carico farmacologico terapeutico del paziente.
I benefici dei giardini terapeutici
Nei giardini terapeutici si utilizza, come si diceva, l’attrazione innata che la Natura esercita sulla psiche umana con l’obiettivo di favorire la connessione con l’ambiente naturale circostante raggiungendo prima gli obiettivi terapeutici, quali, per esempio, la riduzione del vagabondaggio, dello stress e del disorientamento spazio temporale. Ma non solo, perché gli healing garden aiutano anche a mantenere più a lungo le abilità residue.
I giardini terapeutici sono creati con un approccio multidisciplinare, unendo le competenze di diverse discipline: medicina, psichiatria, psicologia ambientale, agronomia, botanica e architettura del paesaggio. L’uso continuativo dei giardini terapeutici influisce sullo stato emotivo delle persone, con effetti positivi sulla riduzione dei livelli di stress e sofferenza nei malati.
I giardini terapeutici, va detto, non vengono usati solo con le persone malate di Alzheimer. Per questo è importante rivolgersi sempre a specialisti che sappiano individuare le esigenze. Nel caso di demenza gli effetti che si cercano di ottenere sono:
- stimolazione della percezione sensoriale e riabilitazione fisica, motoria e manuale;
- superamento delle crisi di ansia legate alla “sindrome del tramonto” grazie al percorso wandering;
- riattivazione della memoria a lungo termine e recupero dei ricordi positivi dell’infanzia con uso di piante fiorite e aromatiche;
- induzione di uno stato di fiducia e benessere generale (abbassamento dei livelli di stress e ansia) attraverso un percorso guidato;
- riduzione del carico farmacologico.