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I disturbi comportamentali nella malattia di Alzheimer

By Maggio 19, 2023Alzheimer
disturbi comportamentali

L’Alzheimer diminuisce la consapevolezza delle proprie sensazioni e dei propri bisogni, impedendo alle persone malate di comunicare. Ciò può causare comportamenti “strani”. Sono i cosiddetti disturbi del comportamento

 

L’Alzheimer è conosciuta come la forma di demenza che cancella la memoria delle persone. Nonostante sia purtroppo vero, questo non è l’unico sintomo. L’Alzheimer è  una malattia molto complessa, con tante conseguenze sulla vita delle persone che ne sono affette e anche su quella di chi se ne prende cura (come abbiamo visto altre volte). Innanzitutto però si può distinguere tra disturbi cognitivi e disturbi comportamentali, che sono quelli che causano i cambiamenti più grandi nella nostra vita perché impattano in maniera sempre più forte sulle capacità e funzionalità delle persone.

Disturbi del comportamento: quali sono le cause

Le cause più comuni che possono scatenare disturbi comportamentali includono i cambiamenti dell’ambiente in cui la persona malata vive. Ciò significa quindi che bisognerebbe evitare di cambiare l’arredamento o rivoluzionare gli ambienti di casa. Un altro fattore che può impattare molto sul comportamento di una persona è il suo trasferimento, aspettiamoci che se da casa decidiamo di trasferire il nostro caro in una struttura come una RSA, questo cambiamento comporti la manifestazione di nuovi sintomi e di stress. In generale ogni cambiamento della situazione presente può portare al manifestarsi di disturbi comportamentali (anche azioni come lavarsi e vestirsi). Dobbiamo metterci nei loro panni e pensare a quanto possano essere difficili azioni come queste e comprendere quanto siano dunque difficili da gestire.

I disturbi comportamentali dell’Alzheimer

I disturbi comportamentali più frequenti sono:

  • aggressività. Di solito la rabbia esprime paura, frustrazione o ansia e raramente è diretto contro la persona su cui viene riversata;
  • vocalizzazione persistente. Questo disturbo dipende dal deficit di memoria e di capacità critica;
  • collezionismo. Consiste nell’incessante raccolta di oggetti (di solito irrilevanti o inutili) e di solito è una reazione al timore della perdita;
  • wandering. Ne abbiamo parlato spesso, è quel fenomeno che induce la persona malata al continuo “movimento”, apparentemente senza meta. Deriva dal senso di disorientamento;
  • affacendamento. Spesso le persone malate di Alzheimer aumentano la propria attività motoria senza un vero scopo, finendo per manipolare qualsiasi oggetto gli capiti sotto mano;
  • sindrome del sundowning. È uno stato di confusione, ansia e a volte pure aggressività che colpisce i malati di Alzheimer soprattutto la sera, dopo il tramonto, e che comprende anche l’aumento dell’attività motoria e di quella verbale. Questo succede perché il buio può rendere irrequieti e confusi;
  • disturbi della sessualità. La demenza provoca la perdita di inibizione provocando ipersessualità;
  • comportamenti alimentari inappropriati come la riduzione o l’aumento dell’appetito e l’iperoralità che spinge a mangiare anche ciò che non è cibo;
  • insonnia.

Disturbi del comportamento come affrontarli

Sebbene per ogni disturbo si debba agire in uno specifico modo, chiedendo il parere di un medico, ci sono alcuni consigli che possono essere seguiti e che possono aiutare.

  • Incoraggiamo i nostri malati a svolgere le attività che riescono a portare a termine (è fondamentale per cercare di mantenere le funzionalità il più a lungo possibile).
  • Congratuliamoci se riescono a completare un’attività, anche se semplice.
  • Non insistiamo: se il nostro caro è stanco, lasciamo che si fermi. È più importante che ottenga benefici dallo svolgere un’attività che non il suo compimento.
  • Offriamo aiuto o consigli, questo può aiutare ad alleviare il senso di frustrazione nell’incapacità a svolgere alcune attività.
  • Quando un malato di Alzheimer è nervoso, la cosa più efficace che possiamo fare è cercare di distrarlo, per esempio proponendo qualcosa di pratico o manuale da fare. Anche la cosa più semplice può funzionare.
  • Cerchiamo sempre di rassicurare il malato, anche quando ha manie di persecuzione.
  • Il malato potrebbe nascondere gli oggetti (per paura che gli vengano rubati). Possiamo avere doppioni degli oggetti più importanti (chiavi, occhiali…), ma soprattutto dobbiamo cercare di scoprire e memorizzare i nascondigli perché molto probabilmente saranno sempre gli stessi.
  • Di notte è sempre meglio chiudere a chiave le zone più pericolose della casa e la porta d’ingresso.

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