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Demenza e vaccini anti-Covid: uniti perché diventi una priorità

By Marzo 25, 2021Alzheimer
Demenza e vaccini anti-Covid

L’appello di associazioni sanitarie, scientifiche e di cittadini per l’inclusione dei pazienti affetti da demenza nelle categorie fragili aventi diritto alla priorità per la vaccinazione contro il virus.

 

Più dell’80% dei decessi per Covid-19 è avvenuto nelle persone con più di 70 anni. E, quasi in 1 caso su 6, le vittime erano affette da una demenza. Non è difficile capirne i motivi: primo, le demenze sono molto diffuse, secondo chi ne è affetto non è in grado di tollerare l’uso di dispositivi di protezione individuale né di comprenderli e spesso non ha modo di comunicare disagi e quindi la diagnosi viene fatta troppo tardi. 

Nonostante ciò le persone affette da demenza non sono state incluse tra le categorie fragili che hanno diritto alla priorità per il vaccino Covid, indipendentemente dall’età anagrafica o dal grado di malattia, aggravando ancora di più la loro situazione e quella dei caregiver che da un anno hanno visto raddoppiato il loro impegno e la loro fatica nell’assistenza.

L’hanno denunciato l’Associazione Autonoma Aderente alla SIN per le Demenze (SINDEM), la Società Italiana di Neurologia (SIN), la Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG), la Società Italiana di Medicina Generale e delle cure primarie (SIMG), l’Associazione Italiana Malattia di Alzheimer (AIMA) e Cittadinanzattiva. Insieme hanno inviato una richiesta ufficiale all’Istituto Superiore di Sanità, all’Agenzia Italiana del Farmaco e all’Agenzia Nazionale per i servizi sanitari Regionali per richiamare la loro attenzione su un’importante questione di prevenzione alla luce dell’aggiornamento del piano vaccinale.

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità circa un terzo delle donne e quasi un quinto degli uomini morti per Covid avevano una storia di demenza, essendo obiettivo perfetto per questo virus, numeri che hanno fatto prendere la stessa posizione anche all’Associazione Alzheimer’s Disease International (ADI).

In occasione dell’ultima Giornata Mondiale della Malattia di Alzheimer ADI ha diffuso un’analisi condotta in nove Paesi: Regno Unito, Spagna, Irlanda, Italia, Australia, Stati Uniti, India, Kenya e Brasil in cui è emerso che in alcuni contesti 3 decessi su 4 avevano riguardato una persona affetta da demenza senile. Quanto al nostro Paese, nello specifico, a fare luce è uno studio condotto dall’Istituto Superiore di Sanità. Esaminando le cartelle cliniche di oltre 2.600 pazienti deceduti per Covid-19, i ricercatori hanno riscontrato che 415 di loro convivevano già da anni con una demenza. E a questi numeri mancano senz’altro quelli delle RSA che non li hanno comunicati e alcuni decessi avvenuti in casa che non sono stati conteggiati.

Si spera che dopo le parole pronunciate dal Premier, Mario Draghi, in occasione della commemorazione delle vittime di Covid lo scorso 18 marzo a Bergamo, la situazione cambi: “Non accadrà più che le persone fragili non vengano adeguatamente assistite e protette”.

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