
Non alzare la voce, non spiegare ogni cosa razionalmente, non offendersi e non cambiare ambienti e orari sono tra le cose più importanti da non fare per permettere al malato di Alzheimer di vivere serenamente
Abbiamo trattato in diverse circostanze quali siano i comportamenti più giusti da tenere con una persona affetta da Alzheimer o demenza e quali precauzioni sia necessario adottare nel seguire un malato; per occuparci al meglio dei nostri cari è però altrettanto importante sapere quali azioni non devono essere compiute. Calma e pazienza restano come sempre i fari pronti a guidarci nella relazione, ma scopriamo ora cosa è bene non fare con un malato di Alzheimer.
Facciamo comandare il cuore, non la ragione
Alle volte può accadere che non tutto quello che il malato dice risulti per noi chiaro o ragionevole. Un po’ come accade nell’innamoramento, non cerchiamo di sottoporre tutto alla luce della ragione, ma diamo spazio ai sentimenti e al benessere: cerchiamo dunque di dare al malato ciò di cui ha bisogno, sia compagnia, rassicurazione o semplice attenzione.
Tra fantasia e realtà
Questo tipo di disturbi può portare il malato a confondere realtà e finzione: scene viste alla televisione possono essere vissute come episodi realmente accaduti e in generale i confini tra ciò che è reale e ciò che non lo è si assottigliano. Non insistiamo per rimettere le cose al loro posto e, ancora una volta, offriamo la nostra compagnia e rassicurazione, all’occorrenza possiamo provare con garbo a cambiare discorso.
A bassa voce è meglio
Sebbene alle volte si possa pensare che alzare il tono della voce favorisca la comprensione del messaggio non è così. È sempre meglio usare un tono di voce moderato e sereno, che faccia sentire tranquilla la persona cui ci rivolgiamo. Per favorire la comunicazione è bene mantenere il contatto visivo e possiamo avvalerci della gestualità.
Un passo alla volta
Affidiamo al malato solo dei compiti che può essere in grado di portare a termine, piccole azioni possono essere di aiuto per mantenere attive le capacità della persona, senza che questa vada incontro a frustrazione e agitazione per richieste cui non sa dare risposta. Se vediamo che il malato non vuole compiere una determinata azione non forziamolo, rispettiamo i suoi tempi e riproviamo in un altro momento.
Non sottolineiamo dimenticanze ed errori
Non accentuiamo dimenticanze ed errori commessi dai nostri cari. La memoria è tra le principali vittime di demenza e Alzheimer: non dispiacciamoci dunque se la persona affetta non ricorda date particolarmente rilevanti per noi come compleanni o anniversari. Se invece non riescono a compiere qualche azione cerchiamo di aiutarli, facciamoli sempre
sentire accolti e sostenuti.
Non offendiamoci
Dobbiamo sempre ricordare che l’io malato è diverso dall’io sano, non dobbiamo quindi arrabbiarci o offenderci se il nostro caro alle volte si comporta come non vorremmo o ci ferisce. Questi atteggiamenti sono frutto della malattia.
Non cambiamo
Non modifichiamo le abitudini e la disposizione di mobili e oggetti all’interno degli spazi frequentati dal malato. Routine e ambienti riconoscibili sono preziosi alleati per una vita serena di chi è colpito da demenza e Alzheimer.