
La comparsa della demenza è difficile da accettare per tutta la famiglia perché comporta cambiamenti e riorganizzazioni in tutti gli aspetti della vita. Tra questi ci sono anche i più piccoli: come spiegare l’Alzheimer ai bambini? Con il loro linguaggio e senza nascondere nulla, parola di psicologa
Bambini e Alzheimer: un binomio non facile, che può spaventare, perché come si può spiegare il dolore e la sofferenza che anche a noi risulta difficile comprendere?
La demenza è una malattia sociale, questo vuol dire che ha un impatto non solo sul malato, ma su tutte le persone che vivono con lui, che se ne prendono cura e che gli stanno attorno. Quando un anziano si ammala di Alzheimer, tutti ne vengono coinvolti, anche i nipoti che molto spesso passano molto tempo a contatto con i nonni e che si trovano da un momento all’altro di fronte a una persona “irriconoscibile”, sbadata, a volte aggressiva, assente e sempre meno in grado di svolgere alcune attività, anche quelle più banali o quotidiane.
Tenere lontani i bambini o i ragazzi dai loro nonni o da persone affette da demenza è sbagliato e può causare dolore. Non sentendosi coinvolti, i più piccoli potrebbero sentirsi inadeguati, anche se l’intenzione è solo quella di proteggere.
“Dal punto di vista psicologico non c’è niente di più sbagliato – commenta Giusy Carrubba, psicologa e psicoterapeuta del gruppo Korian – sentire mezze frasi, vedere che davanti a loro si nasconde qualcosa può far nascere delle fantasie nei bambini peggiori di quanto non sia la realtà. I bambini e i ragazzi non vanno allontanati, il dolore va affrontato, va solo presentato nel modo giusto. Con il loro linguaggio, con semplicità”.
La conferma è arrivata da un progetto sviluppato insieme all’Associazione Alzheimer di Bari con la quale Carrubba ha portato il tema della demenza in alcune scuole elementari della città e provincia. “Le risposte sono state sorprendenti, i bambini capiscono, comprendono, a volte anche più degli adulti, perché non hanno pregiudizi, non hanno blocchi. Noi grandi spesso non vogliamo vedere, non vogliamo accettare il dolore, mentre per loro è più ‘facile’ comprendere. Le rigidità sono di noi adulti”.
Come spiegare l’Alzheimer ai bambini
Non nascondere, ma parlare
Quando si parla della demenza ai bambini “basta” essere sinceri e autentici e spiegare che è la malattia a cambiare il nonno o la nonna e che è normale spaventarsi di fronte a queste trasformazioni. L’importante è parlare empaticamente del problema, spiegandolo con parole semplici.
Usare strumenti adatti
Non è detto che non si possano usare strumenti ludici per spiegare l’Alzheimer ai bambini: giochi o libri. La dottoressa Carrubba consiglia per esempio il libro Felice di nome e di fatto di Tiziana Morrone che racconta la storia di nonno Felice e sua nipote, una bambina che impara a entrare nel mondo del nonno, senza pregiudizio.
Ascoltare
Soprattutto rispetto ai nonni ricoverati nelle strutture, bisognerebbe imparare a chiedere ai bambini e ai ragazzi cosa vogliono fare, se hanno voglia di andare a trovare i nonni oppure no. “I bambini devono poter scegliere di fare quello che si sentono e non obbligati” conclude Carruba.