
Prendersi cura di un malato d’Alzheimer significa intraprendere un viaggio insieme a lui. Ma si può rendere più dolce con comportamenti quotidiani e terapie non farmacologiche.
L’Alzheimer ha un impatto forte su ogni momento e aspetto della vita non solo del malato, ma anche dei caregiver.
Questo perché si tratta di una malattia con una forte incidenza all’interno degli equilibri familiari: dover reagire in maniera razionale alla comparsa di nuovi sintomi e nuovi deficit mette a dura prova chi sta vicino al malato. Per questo è fondamentale mantenere la lucidità mentale ed emotiva, sia per i parenti sia per gli assistenti sanitari.
Prendersi cura di un malato di Alzheimer significa affrontare insieme a lui un percorso attraverso difficoltà ogni giorno nuove. Ma questo viaggio può essere alleviato. Se la malattia non è guaribile, è però curabile: esistono comportamenti e terapie non farmacologiche in grado non solo di dare sollievo e interrompere stati di confusione e ansia del malato, ma anche di rallentarne il declino mentale e funzionale.
Se sei un caregiver di un malato di Alzheimer questa piccola guida può aiutarti nel tuo viaggio, ricordandoti che la cosa più importante in questi casi è la diagnosi precoce: riconoscere tempestivamente i segnali della malattia facilita l’attivazione del percorso di cura e accudimento della persona malata.
- 1. Asseconda il carattere del malato e non forzarlo
Conoscere la persona, le sue abitudini, la sua indole aiuta ad affrontare gli sbalzi d’umore e a mantenere il malato in uno stato di calma. In famiglia è più facile, rivolgendosi all’esterno, invece, è bene affidarsi a un centro specializzato CDCD (Centri Decadimento Cognitivo per le Demenze) che organizza le cure in modo personalizzato rispetto alle necessità cliniche del singolo, seguendo il malato e i familiari e intervenendo in maniera personalizzata ai cambiamenti di salute. - 2. Organizza la giornata, creando delle routine
Stabilisci orari e attività durante la giornata per facilitare sia i tuoi compiti, sia per non creare ulteriore confusione. È importante che a un malato di Alzheimer sia lasciata la possibilità di fare in autonomia quello che riesce, come lavarsi, vestirsi o cucinare. Organizza attività fisiche come passeggiate, giardinaggio, pulizie domestiche per mantenerlo coinvolto e stimolato. - 3. Controlla l’alimentazione
Un malato di Alzheimer può perdere l’appetito o viceversa mangiare più del dovuto. Compra frutta e verdura e prediligi piatti sani e leggeri. In uno stadio avanzato della malattia puoi preparare pasti che si possano mangiare anche con le mani per aiutarlo se non è più in grado di usare correttamente le posate. - 4. Continua a comunicare
Parla lentamente e a un tono di voce moderato, scandendo le parole. Ripeti più volte i concetti e non avere fretta. Ma soprattutto, per creare empatia, cerca anche un contatto fisico con il malato, prendendolo per mano, accarezzandolo o abbracciandolo. Questi scambi permettono di riattivare le competenze residue e rallentare la perdita funzionale delle abilità cognitive. - 5. Crea un ambiente accogliente
Anche gli spazi e gli arredi possono curare: una stanza troppo piena di oggetti può provocare confusione, agitazione e ansia; al contrario una stanza vuota può causare apatia. L’ideale, per una persona affetta da demenza, è l’alternanza di stimoli e pause con zone arredate e spazi vuoti e colori contrastanti per aiutare l’orientamento. No a ritratti e specchi che possono agitare, mentre è importante tenere una luce sempre accesa anche di notte per rassicurare la persona. - 6. Affidati alle terapie non farmacologiche
Si tratta di attività e strumenti pratici che rallentano il declino cognitivo e funzionale, controllano i disturbi del comportamento e compensano le disabilità causate dalla malattia. Puoi provare la Doll Therapy che, grazie a una bambola da accudire, favorisce l’attivazione della memoria; la musicoterapia che rievoca emozioni e agevola la relazione con il presente; l’aromaterapia che può stimolare o tranquillizzare a seconda delle esigenze.
Le terapie non farmacologiche possono essere utilizzate anche in ambito domestico.
Infine, ricordati di chiedere aiuto. Assistere una persona affetta da Alzheimer non è mai facile. Può causare senso di solitudine, rabbia, imbarazzo e, in alcuni casi, anche depressione. Non affrontare tutto questo da solo, questi consigli aiutano a convivere più facilmente con la persona malata, ma esistono servizi sul territorio e strutture in grado di supportarti.