
Le forme di demenza come l’Alzheimer hanno effetti sulle capacità motorie e cognitive delle persone. Una delle abilità maggiormente compromesse (a livello visibile) è la comunicazione. Fin dall’inizio si avvertono cambiamenti nel modo di parlare del malato, è però importante continuare a comunicare con lui. Un ruolo fondamentale lo acquisisce, soprattutto nelle fasi più avanzate della malattia, la comunicazione non verbale. Di cosa si tratta?
La comunicazione non verbale è quella parte della comunicazione che comprende gli aspetti di scambio tra persone che non riguardano il livello semantico del messaggio, ossia quello letterale delle parole, ma del corpo: gesti, carezze, abbracci, sguardi, sorrisi e tutto quanto il nostro corpo può esprimere.
Nel 1972 lo studio del ricercatore Albert Mehrabian, Nonverbal Communication, aveva diffuso alcuni dati abbastanza sorprendenti: in un messaggio vocale la comunicazione non verbale (movimenti del corpo e soprattutto della faccia) inciderebbero al 55% nella sua comprensione, mentre l’aspetto verbale conterebbe solo il 7% (e il 38% è dato dalla comunicazione para-verbale, quindi tono, volume e velocità). Ciò non significa ovviamente che le parole non siano fondamentali, si tratta di uno studio che dimostra invece l’importanza di tutti gli elementi che compongono la comunicazione.
Quando un malato di Alzheimer inizia a faticare a esprimersi con le parole crescono ansia, depressione, rabbia e senso di frustrazione che possono portare alla chiusura nel silenzio. Le capacità di comunicazione non verbale invece vengono colpite più tardi ed è quindi importante, quando ci si prende cura di persone affette da forme di demenza cognitiva, continuare a stimolare queste.
Ecco come usare la comunicazione non verbale con un malato di Alzheimer:
Concentrati su una cosa alla volta
Durante il momento del dialogo non tentare di far fare altro. La capacità di attenzione del malato è limitata, quindi lascia che si concentri su una attività alla volta.
Crea un clima accogliente
Evita di comunicare in ambienti rumorosi, spegni la televisione e la musica, così che il malato si possa concentrare sul messaggio che gli stai trasmettendo.
Comunicazione para-verbale
Come si diceva il tono, il ritmo e la velocità incidono molto sulla comprensione dei messaggi vocali. Parla lentamente, utilizzando un tono di voce adeguato – né troppo forte né troppo basso.
Gesticola
Per facilitare la comprensione puoi usare il movimento delle braccia, del corpo e le espressioni del volto. In particolare queste ultime devono essere coerenti con quello che dici: anche se il malato non riconosce il volto, ne coglie sempre il sorriso.
Mantieni il contatto visivo
Mettiti alla stessa altezza del malato e non distogliere lo sguardo. Sarà più facile per lui concentrarsi su quello che stai dicendo, sentendosi più coinvolto.
Postura
Mantieni una postura accogliente: siediti o mettiti in piedi di fronte alla persona con cui stai parlando, senza incrociare le braccia o accavallare le gambe.
Non usare il telefono
Dimenticati del resto, di altre attività, ma soprattutto non guardare il telefono. Sia per non distrarre il malato sia per non dare l’impressione di essere tu il primo distratto nella conversazione.
Abbracci e carezze
Per mantenere uno stato di calma e sicurezza, puoi mettere una mano sulla spalla o su una gamba del malato o puoi prendergli la mano o anche accarezzarlo. L’importante, per non ottenere l’effetto contrario, è non esagerare: anche a una persona malata può dare fastidio l’eccessivo contatto fisico.
Parla con il cuore
Quando parli con una persona, a maggior ragione con un malato, dovresti cercare di immedesimarti nel suo vissuto, per creare un contatto emotivo che faciliti uno scambio.