
Quando ci si prende cura di una persona affetta da Alzheimer, una delle sfide più grandi è gestire la quotidianità. Ci sono delle figure professionali, chiamati terapista occupazionale, che possono aiutarci: ecco come
Soprattutto nelle fasi avanzate della malattia, quando ogni cosa diventa sempre più complicata per il nostro caro, una delle sfide più grandi per noi caregiver è gestire la quotidianità. Abbiamo parlato tante volte delle terapie non farmacologiche e anche di terapia occupazionale.
Ma come? Cosa fa esattamente il terapista occupazionale? Un terapista occupazionale lavora con le persone che vivono insieme alla persona malata e le aiutano ad affrontare i cambiamenti che l’Alzheimer comporta. Questa forma di demenza infatti incide non solo sulla persona che ne è affetta, ma impatta anche sulla vita dei cosiddetti caregiver, perché la persona non solo perderà la memoria progressivamente, ma anche tante facoltà, tra cui quella comunicativa e quella motoria.
Ecco perché il terapista occupazione diventa una figura importante: può aiutare soprattutto nella gestione delle attività quotidiane. Il terapista aiuta le persone a vivere meglio la propria vita e a fare le cose di cui hanno bisogno.
Quali sono le attività che un terapista occupazionale può “prescrivere”?
Si tratta di attività quasi sempre molto semplici, ma che devono essere svolte come rituali, mantenendo gli orari e supervisionando o facendole insieme. Alcuni esempi sono:
- fare il bagno e dedicarsi all’igiene e alla cura personale;
- dedicarsi alle faccende domestiche;
- chiacchierare;
- vestirsi;
- preparare i pasti;
- mangiare;
- fare movimento;
- dormire.
Un terapista occupazionale si occupa di creare un ambiente funzionale, in cui i processi siano stabiliti e ci sia “soltanto” da rispettare una routine che aiuta tutti. A noi caregiver nella gestione della giornata e dell’ansia, per le persone malate, invece, avere uno schema da ripetere dà sicurezza.
Tre modi in cui la terapia occupazionale può aiutare le persone affette da Alzheimer
L’Alzheimer comporta una continua perdita di funzioni cognitive dovuta ai danni al cervello. La terapia occupazionale può rendere la vita più piena e facile. Come?
1. Migliorando la funzionalità e la sicurezza
Le ricerche hanno dimostrato che la terapia occupazionale è fondamentale per aumentare la sicurezza delle persone affette da Alzheimer. Oltre il 70% delle persone affette da questa malattia subisce una caduta che porta a: dover abbandonare la propria casa, a un ricovero in ospedale, a non essere in grado di prendersi cura di se stessi e a un declino più rapido. I terapisti occupazionali valutano l’ambiente domestico e la sua sicurezza; consigliano cambiamenti se necessari e forniscono indicazioni su come facilitare le attività quotidiane. Può anche consigliare esercizi di routine che aiutano a mantenere la mobilità e rafforzarla, per cercare di prolungare l’indipendenza del malato.
2. Promuovendo le interazioni sociali
Il morbo di Alzheimer comporta alcuni comportamenti e la progressiva perdita di capacità di comunicare che, insieme, possono compromettere anche le relazioni umane. Un terapista esamina la situazione e individua cosa può scatenare reazioni ed eventuali soluzioni.
3. Fornendo sostegno e dando istruzioni
La terapia occupazionale aiuta fornendoci le giuste indicazioni per stabilire la routine migliore per il nostro caro. Una routine efficace può aiutare ad assicurarsi che una persona affetta di Alzheimer beva e mangi a sufficienza, a ridurre i comportamenti problematici, a diminuire gli stati di ansia e stress e ad assumere i farmaci al momento giusto.
La terapia occupazionale può aiutare a:
- suddividere i compiti in modo da renderli più gestibili;
- dare istruzioni facili da capire;
- ridurre le distrazioni;
- utilizzare spunti visivi.
Occuparsi della cura di persone affette da Alzheimer può essere pesante e diventare opprimente. La terapia occupazionale vuole alleggerire il carico assistenziale, promuovendo l’indipendenza.