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Alzheimer e terapia ROT: come e quando usarla

By Febbraio 28, 2020Alzheimer
Alzheimer e terapia ROT

Le terapie ROT sono delle terapie non farmacologiche che consistono nella rivitalizzazione degli interessi per gli stimoli ambientali; attraverso domande e stimoli si portano gli anziani a relazionarsi con gli altri e a parlare di argomenti legati alla realtà, alla propria storia e all’ambiente circostante.

 

“Com’è la temperatura in inverno?”; “Che lavoro faceva?”; “Come si chiamava sua mamma?”.

Queste sono esempi di domande e di stimoli che vengono fatti durante le sedute ROT con persone affette da Alzheimer. La ROT, Reality-Orientation Therapy, in italiano terapia di orientamento alla realtà, è una terapia non farmacologica che si utilizza negli stadi iniziali della malattia per cercare di orientare il malato alla memoria, allo spazio e al tempo. 

Cercando di far ricordare nomi, stimolando ricordi e dando riferimenti spazio-temporali – informazioni che tendono a sfuggire in chi è affetto da demenza – la terapia ROT ha come obiettivo il mantenimento delle capacità cognitive che la malattia tende a far perdere e che invece attraverso l’esercizio possono essere mantenute un po’ di più. Può essere svolta sul singolo paziente o in piccoli gruppi.

Durante gli incontri di terapia ROT si lavora in particolare sull’orientamento al luogo e al tempo, ricordando per esempio in che giorno, mese, anno ci si trova e sulla memoria autobiografica attraverso l’ausilio di foto o oggetti che possano aiutare la riattivazione cognitiva del malato di Alzheimer.

Si parla di stimolazione multimodale perché gli stimoli usati per la terapia di orientamento alla realtà può essere fatta attraverso stimoli verbali, visivi, scritti, gestuali… e si distingue in ROT formale e informale.

Quella informale è rappresentata da un processo di stimolazione continua effettuato dai familiari, caregiver e operatori sanitari, che forniscono durante tutta la giornata informazioni relative a spazio e tempo per aiutare il malato a mantenere il contatto con la realtà e a orientarsi. Fin dal risveglio, è utile comunicare al proprio caro informazioni apparentemente banali: il giorno, la stagione, il nome degli altri familiari. La continua ripetizione delle informazioni aiuta il malato a conservarle maggiormente nel tempo.

La ROT formale invece consiste in sedute di piccoli gruppi di persone tutte con lo stesso livello di deterioramento cognitivo  che si trovano insieme a una persona specializzata in questa terapia che fa compiere esercizi di stimolazione.

La ROT ha come obiettivo fondamentale quello di ridurre la tendenza all’isolamento rendendo il soggetto ancora partecipe alle relazioni sociali e all’ambiente che lo circonda.

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