
Guidare richiede concentrazione e attenzione. Non solo, servono riflessi pronti per reagire velocemente agli stimoli ed è per questo che una persona affetta da Alzheimer a un certo punto non sarà più in grado di guidare; è importante allora cercare di preparare la transizione verso questo cambiamento che potrebbe non essere facile da accettare ed ecco come.
Alzheimer e guida: affrontare l’argomento
Non si può fingere né far finta di niente, bisogna prepararsi per tempo ad affrontare il tema prima che esso diventi un problema. È importante riconoscere i sentimenti di una persona e cercare di mantenere il più possibile la sua indipendenza, garantendo allo stesso tempo la sicurezza della persona e quella degli altri.
La conversazione può iniziare esprimendo le tue preoccupazioni, ma cercando subito di sottilineare gli aspetti positivi e offrendo una soluzione alternativa. Se ci troviamo di fronte a un atteggiamento di resistenza, dimostriamo supporto e amore incondizionati, ma cerchiamo di fare appello al buon senso e a quello di responsabilità.
Possiamo chiedere al nostro medico di intervenire, sconsigliando al nostro caro di guidare: il suo parere potrebbe essere più efficace del nostro. In questo caso è importante anche farsi preparare un foglio in cui il medico attesta l’impossibilità del nostro caro a guidare, così da poterla mostrare ogni volta che ce ne sia bisogno.
Se la persona malata di demenza non vuole smettere di guidare
Mentre in alcuni casi le persone potrebbero accettare facilmente questo cambiamento nella loro vita, per altri potrebbe essere molto più complicato. Alcune persone smettono di guidare facilmente, ma per altri questa transizione potrebbe essere molto difficile da accettare e potrebbero addirittura arrabbiarsi con noi. L’importante come sempre è non perdere la pazienza, ma essere pazienti e mostrando comprensione.
Bisogna saper riconoscere il dolore che può nascere da questo impedimento, cercando allo stesso tempo di insistere sul senso di responsabilità. E per farlo, possiamo chiedere a qualcuno di aiutarci: a un altro parente a un avvocato o un’altra figura particolarmente rispettata dal nostro caro. Anche questo, però, potrebbe non bastare. Ecco, allora che se riteniamo la situazione già grave e pericolosa per la sua incolumità e non solo, dovremo dunque portare via le chiavi dell’auto se non addirittura farla sparire.
Per non stravolgere troppo la vita, dovremmo nel frattempo trovare un’alternativa da offrire al nostro caro. La guida non è l’unica opzione di trasporto disponibile. Ci sono molte opzioni che le persone possono esplorare che permetteranno loro di continuare a viaggiare in modo indipendente e mantenere il controllo della propria mobilità. Ci si può organizzare in famiglia e con gli amici più stretti per organizzare un servizio taxi, ci si può affidare alle associazioni che offrono questo tipo di servizio e infine possiamo cercare di ridurre le occasioni di uscita e di utilizzo dell’automobile.
Alzheimer e guida: i segnali d’allarme
Determinare quando qualcuno non può più guidare richiede un’attenta osservazione da parte della famiglia e degli operatori sanitari. Ecco alcuni campanelli d’allarme da tenere d’occhio:
- Non riconoscere i luoghi familiari;
- Mancato rispetto dei segnali stradali;
- Prendere decisioni lente o sbagliate nel traffico;
- Guidare a una velocità inappropriata;
- Arrabbiarsi o confondersi mentre si guida;
- Sbandare;
- Utilizzo di uno scarso controllo di corsia;
- Fare errori agli incroci;
- Confondere i pedali del freno e dell’acceleratore;
- Dimenticare la destinazione verso la quale si sta guidando durante il viaggio.