
Per una persona malata di Alzheimer l’ambiente in cui si vive e muove è fondamentale per mantenere il proprio equilibrio. Abbiamo già visto l’importanza degli arredi, ora vediamo come ricreare un albero della vita in casa
Quando ci prendiamo cura di una persona affetta da Alzheimer è fondamentale creare degli stimoli per attivare la memoria, l’orientamento e – in generale – le sue capacità residue. Ci sono tanti metodi e cose che possiamo fare, una delle più efficaci (e forse anche semplici da realizzare in casa) è l’utilizzo di piccoli oggetti di uso quotidiano e vecchie fotografie, o ancora stimolazioni cromatiche, tattili e immagini che possano aiutare a percepire lo scorrere dei giorni e soprattutto delle stagioni.
Di tutte queste opzioni che abbiamo detto, una a cui forse non ci siamo mai approcciati, ma che non è difficile da realizzare è proprio l’albero della vita, che si può creare grazie all’utilizzo di nuove e vecchie foto.
Alzheimer e albero della vita: di cosa si tratta?
L’albero della vita è una sorta di percorso virtuale che si può ricreare in qualsiasi ambiente, anche domestico, su qualsiasi superficie. Qual è lo scopo? Esso aiuta a stimolare la memoria del nostro malato che, inevitabilmente, peggiorerà con il progredire della malattia. Per una persona malata di demenza, osservare e toccare le fotografie, i soprammobili, piccoli oggetti del suo quotidiano attuale o che hanno fatto parte della sua vita e del suo passato, contribuisce a riattivare il ricordo.
Alzheimer e albero della vita: come si costruisce?
Per realizzare un albero della vita si può utilizzare una parete, ma anche alcuni fogli andranno bene e si disegnano dei rami di albero lungo i quali verranno collocati le foto o gli oggetti. Il suggerimento è di dedicare ogni ramo a un solo oggetto (o a una sola foto), per garantire la giusta alternanza tra lo spazio occupato dall’oggetto che stimola il ricordo e lo spazio vuoto che permette l’elaborazione e che tranquillizza e riporta alla calma dello stimolo. Come abbiamo visto parlando di arredi, l’alternanza tra “pieno e vuoto” è l’approccio migliore verso questa malattia.
Possiamo utilizzare fotografie del passato, dell’infanzia e adolescenza del nostro caro e – se li abbiamo a disposizione – oggetti dello stesso periodo. Ovviamente, come sempre quando si ha a che fare con questa malattia, bisogna andare a tentativi o meglio, essere pronti a cambiare. Alcuni oggetti o fotografie potrebbero sì stimolare le persone, ma nel modo “sbagliato” creando un senso di angoscia e tristezza. Se questo dovesse accadere è bene interrompere immediatamente l’attività e distrarre il nostro caro proponendone un’altra. Potremo fare altri tentativi utilizzando immagini e oggetti differenti.
Se per esempio il passato suscita reazioni “negative”, possiamo scegliere oggetti di uso quotidiano che possano generare qualche reazione. Potrebbero essere dei fiori o delle erbe aromatiche, dei pezzi di stoffa o le foto dei nipoti.
Qualsiasi siano gli oggetti scelti, rimane importante il principio: stimolare le facoltà residue del nostro caro per rallentare l’avanzamento della malattia e mantenerlo in uno stato di tranquillità quanto più possibile. Va, infine, ricordato che per ogni attività di questo genere va sempre chiesto il parere di un medico o di uno specialista che ci indicherà il modo migliore per svolgerla.