
L’affaccendamento è un disturbo dell’Alzheimer che comporta l’aumento dell’attività motoria senza una finalità precisa, fino alla manipolazione inconcludente di tutti gli oggetti che capitano sotto mano.
I sintomi psichici e comportamentali legati alla demenza – quali deliri, allucinazioni, depressione, apatia, agitazione, aggressività, vagabondaggio, collezionismo e affaccendamento – sono definiti con l’acronimo BPSD, dall’inglese Behaviorial and Psychological Symptoms of Dementia. Nonostante questa definizione sia oggi ritenuta insufficiente a livello terapeutico e di ricerca, ha comunque il merito di mostrare che l’Alzheimer non comporta solo deficit cognitivi, mettendo in luce invece anche quelli comportamentali, a volte meno visibili, ma altrettanto complessi da gestire per i caregiver e da sopportare per i malati.
I disturbi comportamentali sono a volte molto difficili da comprendere o meglio è difficile capire cosa prova in quel momento il nostro malato, e per questo è più complicato gestirli. Tra questi esiste il cosiddetto affaccendamento, un comportamento senza alcuno scopo, che porta una persona a ripetere in continuazione un gesto. In genere si tratta di una manipolazione di oggetti o di parti del proprio corpo, lembi dei propri vestiti o più in generale di un aumento dell’attività motoria che portano a toccare continuamente e ripetutamente tutti gli oggetti che capitano sotto mano. Il malato appare dunque indaffarato in attività illogiche e perciò non è facile comprenderne il senso.
Dietro ogni comportamento disturbante di un malato di Alzheimer, però, c’è sempre una spiegazione: il senso di smarrimento dovuto al disorientamento temporale e ai deficit della memoria.
Alzheimer e affaccendamento, come gestirlo
La cosa migliore da fare in caso di affaccendamento è lasciare fare. Se il nostro malato non tocca o non viene a contatto con oggetti o sostanze pericolose non c’è motivo di fermarlo, causando stress, agitazione o aggressività.
Per cercare di interrompere, piuttosto, si può provare a distrarre la persona, spostando la sua attenzione su altro, proponendogli qualche attività che sappiamo gli fa piacere svolgere.
Infine, la cosa più importante di cui tener conto è che molto spesso i disturbi comportamentali tipici dell’Alzheimer, disturbanti e frustranti per chi si prende cura dei malati, sono innanzitutto un disagio per il malato. Per questo è bene cercare di indagare le cause della sua sofferenza.