
Il cervello è uno degli organi più complessi del corpo umano e sicuramente è il più potente. Per capire l’Alzheimer e altre forme di demenza è necessario sapere cosa succede in quello delle persone che ne sono affette, quali sono i cambiamenti che accadono e quali conseguenze hanno.
Il cervello umano è l’organo più potente che abbiamo e quando viene compromesso sono tante le conseguenze. Per scoprire cosa accade, occorre innanzitutto sapere com’è fatto il nostro cervello. Esso si divide infatti in tre aree:
- il cervello, che riempie quasi tutto il cranio ed è responsabile dei ricordi, della capacità di risolvere problemi, del pensiero e dei sentimenti e controlla anche il movimento;
- il cervelletto, che è ubicato nella parte posteriore della testa, sotto al cervello. Controlla il coordinamento e l’equilibrio;
- il tronco cerebrale, ubicato sotto al cervello, di fronte al cervelletto, collega il cervello alla spina dorsale e controlla le funzioni automatiche come il respiro, la digestione, il battito cardiaco e la pressione sanguigna.
Il cervello è alimentato da una rete ricchissima di vasi sanguigni presenti nel nostro corpo in cui viene pompato sangue a ogni battito cardiaco. Il sangue destinato al cervello – proprio perché è un organo potente e importante per il nostro organismo – è molto. Basti pensare che circa il 20/25% del sangue pompato viene lì destinato e quando pensiamo intensamente, il cervello può usare fino al 50% di energia e ossigeno.
La superficie rugosa del nostro cervello si chiama corteccia e ogni area è collegata a determinate funzioni. Non solo, il nostro cervello è diviso in due metà: la parte sinistra controlla il movimento della parte destra del corpo e viceversa. E nella maggior parte delle persone, la funzione del linguaggio si “trova” nella metà sinistra. Il lavoro del cervello viene svolto da cellule individuali: in media un cervello adulto contiene circa 100 miliardi di cellule nervose, dette anche neuroni, con prolungamenti che si connettono tramite più di 100 trilioni di punti. Questa è la cosiddetta “foresta neuronale” che è attraversata da segnali che non sono altro che i ricordi, i pensieri e le sensazioni.
Sono proprio i neuroni il tipo di cellula che il morbo di Alzheimer principalmente attacca. Le cellule nervose sono connesse tra di loro tramite le sinapsi. Quando un segnale raggiunge una sinapsi, può far scattare il rilascio di piccole quantità di sostanze chimiche, chiamate neurotrasmettitori. Essi si spostano attraverso le sinapsi trasportando i segnali alle altre cellule. Ecco il morbo di Alzheimer colpisce sia il modo in cui le cariche elettriche si spostano da una cellula all’altra sia l’attività dei neurotrasmettitori.
Il morbo di Alzheimer porta alla morte delle cellule nervose e alla perdita di tessuto in tutto il cervello. Con il tempo, il volume del cervello diminuisce drasticamente, compromettendo quasi tutte le sue funzioni. Nello specifico, accade che la corteccia del cervello si accartoccia, soprattutto nell’ippocampo, danneggiando le capacità di pensiero, pianificazione e ricordo e i ventricoli si ampliano.
Non ci sono ancora certezze sulle cause della morte delle cellule e della perdita di tessuto nel cervello, ma placche e viluppi sono i principali sospetti. Questi ultimi sarebbero infatti i responsabili della distruzione di un sistema di trasporto vitale costituito da proteine. L’Alzheimer è una malattia neurodegenerativa che si aggrava con il trascorrere del tempo, non esiste ancora una cura o un farmaco in grado di bloccarne il suo avanzamento e proprio per questo è fondamentale prevenire per quanto possibile il suo sviluppo.