
Settembre è il mese dell’Alzheimer, in tutto il mondo vengono organizzati incontri, dibattiti ed eventi volti a sensibilizzare e far conoscere questa forma di demenza che colpisce sempre più persone. La cura parte dalla quotidianità creando un piano di assistenza giornaliero
Settembre è il mese mondiale dell’Alzheimer, tante sono le iniziative organizzate da enti, associazioni, rsa e altre realtà. Anche Korian prosegue il suo impegno iniziato anni fa, con il tour Fermata Alzheimer, per sensibilizzare sulla malattia invisibile. Parlando di questa malattia, una delle cose più importanti da sapere e una delle prime che viene detta ai familiari di persone a cui viene diagnosticato l’Alzheimer è la necessità di creare un piano assistenziale giornaliero.
Creare una routine quotidiana è utile per la persona affetta da Alzheimer, ma anche per chi se ne prende cura, i cosiddetti caregiver. Stabilire delle attività, degli orari e delle abitudini, dà sicurezza al malato e consente a noi di non perdere tempo per cercare di capire cosa fare, ma di dedicarlo ad attività che sappiamo essere funzionali.
Organizzare la giornata di un malato di Alzheimer
Prima di tutto, in fase di creazione di un piano di assistenza di una persona malata di Alzheimer, è bene ricordarsi di se stessi e quindi di stabilire quali momenti della giornata o della settimana saranno per noi. Questo è importante per mantenere un equilibrio.
Altro suggerimento utile è pianificare delle attività da fare insieme, partendo da cose che sappiamo piacere ai nostri cari e che magari siano allo stesso tempo utili. Qualche esempio? Se il nostro parente ama cucinare, possiamo prevedere che ogni mattina verrà dedicata alla preparazione dei pasti della giornata insieme: questo è un modo per tenerlo occupato facendogli fare qualcosa di piacevole che dovrebbe scongiurare malessere e stress.
Bisogna ricordarsi poi dell’importanza di essere flessibili quando ci si prende cura di una persona affetta di Alzheimer: non è detto che ciò che è sempre piaciuto al nostro caro, piaccia anche una volta che si è ammalato; oppure semplicemente la persona cambia e l’attività che un tempo la rilassava potrebbe iniziare a innervosirla. La pianificazione delle attività per una persona con demenza quindi funziona meglio se si esplorano, si sperimentano e si adattano continuamente.
Prima di pianificare un’attività, è bene tenere in considerazione i gusti, le antipatie, i punti di forza, le capacità e gli interessi della persona. Alcune domande che dobbiamo farci sono:
- come viveva il nostro caro prima della malattia? se per esempio sappiamo che la mattina faceva una passeggiata, mentre al pomeriggio si dedicava alla casa, dovremmo provare a impostare un ritmo simile;
- quali sono i momenti della giornata in cui la persona è più attiva?
- cosa non sopporta? cosa lo calma?
Una volta risposto a queste domande, è il momento di stabilire i tempi che dedicheremo ai pasti, quelli alla pulizia e alla cura della persona. È fondamentale anche impostare l’orario in cui si va a letto e quello in cui ci si sveglia. Con il progredire della malattia di Alzheimer, le capacità della persona con demenza cambiano e le facoltà, inevitabilmente, diminuiscono. È necessario essere pronti a cambiare: con la creatività, la flessibilità e la capacità di risolvere i problemi, sarete in grado di adattare la routine quotidiana per assecondare questi cambiamenti.
Mese dell’Alzheimer: imparare a convivere con la malattia
Quando si pensa a come organizzare la giornata bisogna considerare diverse cose, come per esempio: quali attività funzionano meglio e quali invece non funzionano e perché (tenendo presente che il successo di un’attività può variare da un giorno all’altro); se ci sono momenti in cui c’è troppo da fare o troppo poco da fare; se le attività spontanee che si creano durante la giornata sono state piacevoli o hanno creato ansia e confusione.
È importante dire che creare un piano di assistenza non vuol dire riempire ogni minuto della giornata con un’attività. Le persone malate di Alzheimer hanno bisogno soprattutto di equilibrio e di alternare, quindi, tra i momenti in cui svolge attività e altri in cui riposa. Sarà necessario prevedere momenti di pausa, per intervallare la giornata.
Rispetto, infine, al tipo di attività da inserire nella routine quotidiana dei nostri cari, suggeriamo un breve elenco a cui si possono aggiungere altre attività (fondamentale è rivolgersi al proprio medico curante o a uno specialista per avere suggerimenti o correzioni):
- faccende domestiche;
- preparazione dei pasti;
- cura della persona;
- attività creative (musica, arte, cucito, giardinaggio…);
- visite di familiari o amici;
- attività intellettuali (lettura, puzzle, settimana enigmistica);
- attività fisiche (passeggiate, ginnastica dolce…);
- attività spirituali (preghiera, messa, rosario o altro);
- lavoro.
Di seguito, infine, proponiamo un esempio di routine quotidiana – adatta a chi si trova nella fase iniziale o intermedia della malattia.
Lavarsi, lavarsi i denti, vestirsi.
Preparare e fare colazione.
Conversazione: discutere per esempio partendo dagli articoli di un giornale oppure commentando una foto o un oggetto presente in casa.
Pausa di relax.
Faccende domestiche o passeggiata o gioco attivo.
Preparare il pranzo e mangiare.
Lavare i piatti.
Leggere la posta o ascoltare la musica, fare le parole crociate o guardare la TV.
Fare giardinaggio o una passeggiata o a trovare un amico.
Fare un riposino.
Preparare e consumare la cena.
Pulire la cucina.
Giovare a carta o guardare un film.
Fare un bagno e prepararsi per andare a letto.
Lettura di un libro.
In generale, se la persona ci sembra annoiata, distratta o irritabile, potrebbe essere il momento di introdurre un’altra attività o di prendersi del tempo per riposare. Il tipo di attività e la sua qualità non sono importanti, ciò che conta è il senso di realizzazione che la persona prova nel compierla e le emozioni positive che ne possono scaturire.