
A gennaio, per volontà del Comune, è nato un tavolo di lavoro con le realtà attive sul territorio in ambito medico, ma non solo, per dare vita a una serie di attività per la sensibilizzazione sull’Alzheimer e sulle malattie cognitive. Così Monza è diventata “dementia friendly community”
Nonostante il problema dei disturbi cognitivi e dell’Alzheimer sia sempre più grosso – la stima è di 50 milioni di malati nel mondo – spesso mancano i servizi a supporto dei malati e dei loro parenti. I servizi regionali a volte aiutano, come nel caso della Lombardia che offre cure e servizi a domicilio per i malati che vivono in casa, ma questo non è sempre sufficiente.
Per offrire un supporto alle famiglie e per sensibilizzare la cittadinanza, alle volte ancora troppo poco informata sull’Alzheimer, Monza ha deciso di diventare una dementia friendly community, ossia una comunità amica delle persone con demenza, un progetto sostenuto dalla Federazione Alzheimer Italia.
Nelle città come Monza che decidono di intraprendere questo percorso, le istituzioni, il terzo settore, il volontariato e le comunità locali accolgono e sostengono i malati e i loro familiari, promuovendo attività sul territorio e campagne di sensibilizzazione.
Cos’è una dementia friendly community?
“A inizio di quest’anno è nata l’idea da parte del Comune di costruire un tavolo con diversi interlocutori della città per renderla accogliente” racconta la dottoressa Anna Lucia Cassani, Direttore Gestionale dell’RSA Sant’Andrea di Monza. “Si è appena concluso il convegno Disturbi Cognitivi e Demenze. Un nuovo approccio della comunità a cui hanno partecipato le realtà che fanno parte del tavolo”.
Durante il convegno, che si è svolto presso lo spazio Binario 7, è stato approfondito il tema della trasformazione dell’identità personale nei soggetti con fragilità cognitiva con lo scopo non solo di educare la società al rispetto dei malati, ma anche di offrire un sostegno concreto nella vita di tutti i giorni.
“Per l’occasione è stata organizzata anche una mostra multidisciplinare, Un’esperienza per non perdersi, a cui hanno partecipato oltre a Korian anche un liceo artistico della città e il Politecnico di Milano perché l’idea è di avvicinare al tema non solo chi è direttamente coinvolto, ma tutta la cittadinanza, compresi i più giovani” spiega la dottoressa Cassani.
Un Alzheimer Caffè per la città di Monza
Ma le attività non si fermano qui. Il tavolo di lavoro composto dalle RSA di Monza, dalle cooperative dei centri diurni, medici, farmacisti, ATS, l’Ospedale San Gerardo, Vigili Urbani e anche alcuni commercianti, prosegue con un questionario che verrà consegnato ai cittadini presso le farmacie e la divulgazione di un video che spiegano i servizi offerti dalla città e a chi rivolgersi per usufruirne.
“Stiamo già pensando a nuove attività – conclude la dottoressa Cassani – e noi come RSA stiamo lavorando alla costruzione di un Alzheimer Caffè, insieme all’Associazione Alzheimer Monza Brianza. Lanceremo l’idea durante la festa della nostra struttura il 23 novembre. E in struttura abbiamo già dei riscontri positivi riguardo questa proposta”.
Piccoli (o grandi) passi per restituire dignità alle persone che sono affette di demenza o Alzheimer e sollievo ai parenti che se ne fanno carico.
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