
Il movimento aiuta il mantenimento dell’autonomia, favorisce il buon umore e stimola la produzione di irsina, un ormone capace di proteggere la memoria
“Mens sana in corpore sano” scriveva Giovenale. E mai massima fu più veritiera per tutti, anche per i malati di Alzheimer. L’importanza dell’attività fisica è infatti incontestabile e anche ai pazienti affetti da demenza apporta numerosi benefici. Vediamoli insieme.
Benessere per il fisico e per la mente
Svolgere una qualsiasi attività aerobica, come una semplice passeggiata, può permettere al malato di stare all’aperto, a contatto con la natura, elemento di per sé importante per l’umore, e al contempo favorire la mobilità. Ai malati con deterioramento cognitivo lieve possiamo provare a proporre attività come lo yoga o il tai-chi, utili per unire ai benefici del moto anche quelli legati alla concentrazione e al coordinamento.
Indipendenza e qualità del sonno
Mantenere il corpo in movimento permette al malato di conservare la propria indipendenza motoria, caratteristica che influisce positivamente anche sul benessere psichico del paziente. Molti malati di Alzheimer sono affetti da demenza senile, ma non hanno problemi fisici, il movimento rappresenta dunque un’attività davvero importante da preservare. Bruciare energie inoltre aiuta a stancarsi e favorisce un riposo migliore.
Esercizi idonei per malati di Alzheimer
È bene che l’attività fisica sia seguita da personale specializzato, pronto a spiegare con calma e all’occorrenza anche a ripetere più volte gli esercizi da proporre. Tra gli esercizi più adatti da far svolgere a persone affette da Alzheimer troviamo movimenti semplici abbinati alla respirazione quali: sollevare le braccia sopra la testa e inspirare, abbassare le braccia ed espirare; sollevare un spalla e inspirare, abbassarla ed espirare, alternando le spalle e poi procedendo con entrambe le spalle; piegare il capo indietro e inspirare, piegarlo in avanti ed espirare, ruotarlo a destra e inspirare, ruotarlo a sinistra ed espirare; da seduti alzare un ginocchio e inspirare, posare il piede a terra ed espirare e poi ripetere con l’altra gamba.
L’irsina, un alleato della memoria
Oltre a quanto detto sino a ora sull’importanza del movimento, recenti studi hanno indagato il ruolo irsina, un ormone che viene prodotto durante l’attività sportiva e che potrebbe rappresentare un antidoto al decadimento cognitivo. L’irsina è infatti capace di proteggere la memoria anche in presenza degli accumuli di beta-amiloide, la proteina che si rileva aggregata in placche nel cervello delle persone colpite dalla malattia.