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La demenza spiegata attraverso 7 domande

By Ottobre 20, 2023Alzheimer
cos'è la demenza

La parola demenza è una parola usata per descrivere diverse malattie cerebrali che comportano l’alterazione progressiva di diverse funzioni, come il pensiero, il ragionamento, la memoria, il comportamento, il linguaggio, la personalità e l’orientamento. Ma di cosa si tratta nello specifico? Ecco le risposte alle domande più frequenti

 

Che cos’è la demenza?

Un processo degenerativo, progressivo e irreversibile che colpisce le cellule cerebrali principalmente con la produzione di una tossina, la beta-amiloide, che interferisce nella comune corrispondenza neuronale e nelle sinapsi che sono i collegamenti tra cellule nervose.

Quali sono i sintomi?

La demenza colpisce le funzioni superiori, la memoria in primis, il linguaggio e l’orientamento, ma anche si possono manifestare sintomatologie depressive o deliri e allucinazioni. E tutto ciò viene vissuto dal parente che si accorge del primo problema che il paziente manifesta nella vita quotidiana e che possono preoccupare il caregiver.

Cosa fare quando si notano questi sintomi?

Il parente o caregiver deve subito avvertire il medico di famiglia, il quale dopo una prima visita e diagnosi, consiglia un’ulteriore visita a un medico specialista.

Come si cura la demenza?

Una terapia farmacologica non esiste, ma ci sono farmaci che possono rallentare il processo (non guarirlo) e che quindi devono essere interpretati nella giusta ottica dal paziente e della famiglia. In genere vengono dati alle prime avvisaglie della demenza perché appunto rallentano. Esistono poi, terapie non farmacologiche, di cui abbiamo spesso parlato su questo blog, terapie assistenziali e terapie riabilitative che avranno lo stesso significato se non maggiore della terapia farmacologica.

Quali sono i numeri della demenza?

Nel 2013 erano 44 milioni i pazienti malati di Alzheimer nel mondo, nel 2030 saranno 76 e nel 2050 150 milioni. Ogni 68 secondi viene diagnosticato un nuovo caso e in Italia ci sono 900 mila persone colpite da Alzheimer (dati aggiornati al 2016).

Quando un caregiver deve iniziare a “preoccuparsi”?

Quando notiamo episodi di perdita di memoria che compromettono capacità lavorative e adattative; quando manifesta difficoltà nel compiere le attività quotidiane e quando manifesta disorientamento nel tempo e nello spazio e se mostra meno capacità di giudizio e cambi repentini di umore e di personalità, la difficoltà nel pensiero astratto e nel problem solving. Talvolta chi soffre di Alzheimer ripone oggetti nei posti sbagliati, dimenticandosene e soprattutto c’è una mancanza di iniziativa, cioè ha difficoltà a far partire e pianificare la propria giornata.

Come si sviluppa la malattia?

Le fasi della malattia sono principalmente tre. La prima, la fase iniziale, cioè quella dell’allarme per la comparsa dei sintomi di cui abbiamo appena parlato. La fase intermedia è contrassegnata da un progressivo peggioramento in cui il paziente perde autonomia e presenta problemi psichiatrici gravi. In questa fase la gestione del malato sarebbe da affidare a istituti. La fase severa prevede una completa perdita dell’autonomia con incapacità totale a comunicare, a deambulare e anche ad alimentarsi e cominciano a esserci anche episodi sempre più frequenti di incontinenza.

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