
Tante volte si parla di cure per l’Alzheimer, molto meno spesso si parla di come applicarle. Chiedere aiuto e consigli ai professionisti è fondamentale per assistere le persone malate nel modo migliore e più corretto
Prendersi cura di una persona ammalata di Alzheimer vuole dire non solo occuparsi del nostro caro durante la giornata, organizzando una routine, ma mantenere il rapporto con il medico (specialista e di famiglia), seguire la somministrazione dei farmaci, curare la dieta, l’attività fisica, le funzioni fisiologiche e stabilire gli interventi di supporto per migliorare la qualità della vita e controllare i disturbi del comportamento.
La parola chiave è equilibrio per soddisfare le esigenze e le richieste del malato, senza che esse interferiscano troppo con la routine e le cure. Se è vero che nessuno meglio di noi conosce i nostri cari, è importante però non prendere decisioni autonomamente senza consultare medici o infermieri e, anzi, non bisogna mai farsi scrupoli a chiedere un intervento, assistenza o semplicemente un parere. E a chiedere una mano pratica se ci sentiamo stanchi: imparare a delegare alcune azioni è fondamentale per il nostro benessere. Si sa che l’Alzheimer ha un impatto anche sulle persone che si prendono cura dei malati, per questo è di fondamentale importanza cercare di mantenere una propria vita privata, i propri interessi, dedicando tempo a se stessi e alle proprie attività.
Rispetto alla persona malata, invece, non si può trascurare il parere del medico, perché solo lui è in grado di intervenire in caso di alterazioni dello stato di salute della persona malata. A questo si aggiunge anche il loro supporto durante alcuni momenti difficili, come per esempio quando si deve decidere se ricoverare il proprio caro in una residenza, se sospendere le terapie ecc… Inoltre il medico specialista ha un ruolo fondamentale anche nell’individuare le terapie non farmacologiche.
Oltre al supporto del medico di famiglia, in molte regioni è possibile ricorrere all’aiuto di diversi servizi, quali l’assistenza domiciliare integrata o i centri diurni integrati, dove il malato può essere affidato alle cure di operatori esperti per l’intera giornata e ricevere trattamenti riabilitativi o assistenziali, sgravando i caregiver.
Oltre alle terapie farmacologiche, da far controllare periodicamente al medico, nelle fasi lievi-moderate della malattia si sono dimostrate utili le tecniche basate sulla stimolazione cognitiva, quali la terapia di riorientamento alla realtà (ROT) e il memory training. Nelle fasi più avanzate, invece, sono più indicate le tecniche basate sulla stimolazione sensoriale (come la musicoterapia, l’uso di supporti quali le bambole o simili) e gli interventi di adattamento ambientale.