
Quando ci si prende cura di una persona affetta d’Alzheimer è importante creare una routine quotidiana fatta di tante attività diverse. Questa porterà beneficio sia al malato sia al caregiver. Ma come scegliere l’attività giusta?
Ripetitività, orari fissi, attività familiari: tutto ciò che serve a costruire una routine quotidiana può essere di grande aiuto nella gestione di una persona malata di Alzheimer. L’essere umano, in generale, trova conforto e senso di sicurezza nel conosciuto, ancora di più una routine può essere d’aiuto per chi, soffrendo di demenza, si trova spesso in stato di agitazione, confusione o smarrimento. Compiere sempre le stesse attività può infatti contribuire a ridurre l’ansia e a migliorare l’umore, rendendo più semplice anche la vita di chi se ne prende cura.
Oltre alle attività quotidiane normali, quindi lavarsi, vestirsi e mangiare, si possono sceglierne altre più ricreative che servono sia a intrattenere il malato, ma soprattutto a mantenerne le capacità residue motorie e psichiche. Non è importante il risultato, svolgere attività – più o meno utili – ha lo scopo principale di far sentire il più autonomo possibile il nostro caro, così che si senta soddisfatto, tenendo sempre a mente che non siamo di fronte a un bambino, ma a un adulto con una storia, che ha perso molte delle capacità.
Ma come scegliere l’attività giusta?
Bisogna andare per tentativi ed essere pronti anche a cambiare se un’attività da un giorno all’altro diventasse sgradita.
Per la ricerca dell’attività da svolgere bisogna iniziare a indagare tra le passioni che la persona aveva quando era più giovane e bisogna seguire i suoi gusti: forse amava guardare i film, oppure ballare, cantare, leggere i giornali, oppure fare attività fisica (in casa), raccogliere foto, collezionare francobolli…
Nelle attività che ha sempre svolto e che le sono sempre piaciute, una persona può trovare sollievo. Non sempre, però. A volte capita che un’attività sempre amata, diventa insopportabile da malati: non bisogna sorprendersi troppo, né impuntarsi. Bisogna essere pronti a cambiare attività, per evitare di ottenere l’effetto contrario e infastidire il nostro caro.
In generale, poi, un’attività non dovrebbe mai durare più di venti minuti e comunque è da interrompere non appena il malato mostra segni di insofferenza e stanchezza.
Familiarità
Familiarità è la parola che ogni caregiver deve mettere al centro di tutte le azioni volte alla cura di un malato di Alzheimer. Tutto ciò che è familiare, dà sicurezza e può far stare bene. Non esiste un modo giusto per creare una routine e non esistono attività giuste o migliori delle altre: esiste il modo migliore per il nostro caro (e per noi che ce ne prendiamo cura).
L’importante, lo ricordiamo ancora una volta, sono il divertimento, l’intrattenimento e il mantenimento delle funzioni motorie e psichiche. Bisogna provare, sperimentare e adattarsi fino a quando non si trova la formula giusta.