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Alzheimer: l’efficacia degli arredi terapeutici

By Ottobre 29, 2021Alzheimer
arredi terapeutici

Lo spazio fisico gioca un ruolo importante per il benessere delle persone con decadimento cognitivo. Anche nelle nostre abitazioni possiamo ricreare luoghi che diano serenità grazie ai cosiddetti arredi terapeutici. 

 

Come diciamo spesso, pur non esistendo un medicinale o una cura in grado di far guarire dall’Alzheimer, esistono tuttavia tante possibilità per aiutare le persone con disturbi comportamentali a convivere meglio con questa malattia, ad alleviare i sintomi e a mantenere le capacità residue. Oltre alle terapie non farmacologiche, un altro grande aiuto può venire dall’arredamento delle nostre case e in generale dall‘ambiente in cui le persone affette da demenza vivono e si muovono.

Gli effetti sono provati: nell’RSA Korian di Roma, dove è stato allestito un nucleo Alzheimer tenendo conto di questi aspetti progettuali, sono diminuite le prescrizioni di farmaci neurolettici, si è riscontrata una maggiore serenità nel quotidiano e una diminuzione dei disturbi del comportamento. Questi dati dimostrano che l’ambiente è la prima vera terapia non farmacologica, perché uno spazio calibrato sulla persona con demenza, sui suoi bisogni, sui suoi tempi e su ciò che ama fare può avere un potere enorme sul benessere della persona.

Arredi terapeutici: cosa sono e benefici

Utilizzare arredi terapeutici significa tenere conto dei colori scelti, del tipo di illuminazione, degli oggetti da inserire o togliere con l’obiettivo di creare uno spazio a misura della persona. Se nelle Rsa è più facile creare spazi ad hoc con arredi terapeutici, anche a casa si può intervenire per migliorare la vita dei nostri cari malati. Le nostre abitazioni sono già contenitori di calore e di ricordi, quindi non sono necessari interventi per stimolare la memoria rispetto alla storia e al passato. Però possiamo lo stesso, rendere lo spazio più accogliente (e più sicuro), perché per una persona che soffre di disturbi comportamentali è facile che anche casa propria diventi uno spazio estraneo.

Tanto per cominciare possiamo pensare di creare una segnaletica per aiutare a individuare le stanze e alcuni oggetti, come per esempio i sanitari. Per facilitare la vestizione possiamo indicare sugli armadi il loro contenuto con delle immagini. Un’altra cosa fondamentale da fare è semplificare il più possibile, cercando di rendere la casa un posto senza troppi stimoli, togliendo per esempio gli specchi, i tappeti, le piante e tutto ciò che può essere pericoloso.

Sempre per iniziare bisogna conoscere chi si ha davanti, ovviamente se si tratta di un nostro parente o stretto conoscente sarà più facile, ma non è detto che questo basti per conoscere le abitudine della loro vita quotidiana. Più cose sappiamo e più sarà facile intervenire efficacemente, rendendo la casa un posto sicuro e gradevole.

La regola generale dovrebbe essere quella di eliminare tutti gli elementi che possono aumentare la frustrazione di una persona malata, andando a intervenire ogni volta che notiamo dettagli che innervosiscono il nostro caro. Spesso, per esempio, è bene togliere le maniglie dalle ante degli armadi per evitare che una persona che soffre di Alzheimer continui ad aprirli, come se stesse cercando qualcosa (affaccendamento). Piuttosto è meglio lasciare una cesta, vicina all’armadio, con qualche oggetto e capo d’abbigliamento che possa maneggiare liberamente, senza il rischio che si innervosisca cercando qualcosa che non riesce a trovare.

Gestire una persona malata di Alzheimer in casa non è facile, ma esistono tante soluzioni per rendere più facile il caregiving e soprattutto per aumentare il benessere dei nostri cari e gli arredi terapeutici sono una di queste.

Puoi approfondire la tematica dell’Alzheimer con le guide e le registrazioni dei webinar passati accedendo alla piattaforma Spazio Salute.

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