
Se le fasi intermedia e avanzata richiedono un grande impegno nell’assistenza alle persone ammalate di Alzheimer, anche i momenti iniziali possono essere molto difficili da gestire, soprattutto emotivamente. Ecco una piccola guida per aiutare tutti i caregiver in queste prime fasi della malattia.
Fornire sostegno a una persona che vive con il morbo di Alzheimer o un’altra forma di demenza è un compito che può rivelarsi particolarmente delicato a livello emotivo. Come caregiver è facile essere sopraffatti da emozioni di vario tipo, che possono andare dalla paura alla speranza, soprattutto appena avvenuta la diagnosi. Queste vengono innescate dai tanti pensieri che nascono subito dopo che viene evidenziata la presenza della malattia: pensieri sull’impatto che essa avrà sulla vita dei nostri cari, ma anche sulla nostra, sulle sfide che dovremo affrontare e i problemi che ci troveremo a dover gestire. Imparare a riconoscere le proprie emozioni può aiutare ad andare avanti e a offrire il supporto più giusto ed equilibrato verso la persona ammalata, regalandole la possibilità di vivere la vita nel modo migliore possibile.
Alzheimer ed emozioni: le più comuni
Negazione
In un primo momento la diagnosi può sembrare incredibile o difficile da accettare. La negazione a breve termine può essere un sano meccanismo di reazione che dà il tempo di adattarsi, ma rimanere in questo stato troppo a lungo può invece impedire di prendere decisioni importanti sul futuro che influenzeranno la qualità della vita del nostro caro. Non solo, negare la diagnosi può anche essere d’impedimento alla vostra capacità di aiutare la persona con demenza.
Paura
Avere paura quando ci si trova in questa situazione è normale, ma purtroppo se prende il sopravvento può impedire di concentrarci sul presente.
Stress o ansia
L’incertezza sul domani e sulla progressione della malattia e su come sostenere la persona malata possono facilmente portare a un aumento dello stress.
Rabbia e frustrazione
Provare un senso di rabbia verso la diagnosi è molto comune, soprattutto perché sentiamo di aver perso il controllo sul nostro futuro. Ed è normale anche provare una sensazione di risentimento per come la malattia di un nostro caro avrà impatto sulla nostra vita.
Dolore e depressione
Se lasciamo che la normale tristezza o il senso di perdita per la persona che conosciamo diventi troppo grande, questa potrebbe portare a sentimenti di disperazione. È fondamentale non lasciarsi travolgere e riconoscere i segnali e chiedere immediatamente aiuto. Sia psicologico a uno specialista, sia pratico a chiunque possa aiutarci nel caregiving.
A proposito di emozioni, non possiamo trascurare quelle che vengono provate dalle persone a cui viene diagnosticato l’Alzheimer. Emozioni come la paura e la negazione sono anche per i malati, nella fase iniziale della malattia, quando sono ancora pienamente consapevoli e autonomi. Essere in grado di parlare di queste emozioni insieme può aiutare entrambi a superare i sentimenti difficili e a godersi i momenti belli del presente.
Alzheimer ed emozioni: prendersi cura di sé
Come abbiamo già detto molte volte, è fondamentale per chi si prende cura di una persona malata di Alzheimer, prendersi cura anche di se stesso. La prima cosa importante è il tempo, tempo per se stessi. Possiamo (anzi, dovremmo) quindi stabilire di ritagliarci un pomeriggio o una giornata al mese, almeno, per noi stessi, chiedendo a una persona di fiducia di sostituirci durante la nostra assenza.
Per fare questo, e anche per offrire un migliore supporto, è importante creare una rete di sostegno chiedendo ad alcune persone di aiutarci nell’assistenza. Questo aiuto esterno può essere quotidiano, specifico per una determinata attività (per esempio i trasporti o la spesa) oppure su richiesta quando se ne ha bisogno.
Fondamentale sempre è anche il confronto con altre persone che stanno attraversando o hanno già attraversato questa difficile situazione. Esistono gruppi, come i Caffè Alzheimer, ma ci si può rivolgere anche al proprio medico per avere un aiuto.
Infine ricordiamoci che per aiutare chi non sta bene, bisogna stare bene. Quindi impariamo a chiedere e accettare aiuto e non trascuriamo i momenti di riposo, necessari per ricaricarci, o i nostri hobby o le nostre passioni, fondamentali per il nostro benessere.