
Perché le persone affette da Alzheimer si mettono a vagabondare e girovagare? Per evitare il rischio di fuga bisogna cercare di anticipare le azioni e soprattutto capire, o almeno comprendere, le ragioni di questo atteggiamento. Prestando attenzione e con qualche piccolo accorgimento a scopo preventivo, sarà possibile migliorare la situazione e ridurre il rischio di fuga.
Vagabondare è un comportamento abbastanza comune tra i malati di demenza. Alcuni girano per la casa, mentre altri cercano proprio di uscire o addirittura scappare. C’è addirittura chi si alza di notte e inizia a camminare quando gli altri dormono. Difficile capire questo comportamento che a vederlo dall’esterno sembra privo di scopo, dettato solo dalla confusione della malattia. In realtà il vagabondaggio non è quasi mai immotivato, semplicemente il malato dimentica dove sta andando, che cosa si proponeva di fare, oppure non è in grado di spiegarlo.
Questo comportamento può essere molto pericoloso perché se il malato non viene fermato, a furia di camminare, e perdendosi, rischia di trovarsi lontano da casa, e disorientato. Ma come mai fanno così? Ci sono molte spiegazioni al vagabondaggio: la noia, lo sconforto, il disorientamento, i problemi di memoria, ecc. Alcune persone affette da demenza hanno un grande bisogno di muoversi in determinate fasi della loro malattia e girovagano incessantemente. Camminare per chi soffre di Alzheimer può anche servire per soddisfare un’esigenza personale, per fare qualcosa in maniera autonoma. Alle volte però il vagabondaggio può anche essere espressione di un senso di disagio o di un problema concreto.
Per motivi di sicurezza dobbiamo sempre tenere d’occhio i nostri cari, ma è anche corretto cercare di lasciare autonomia quanto più possibile. Sentirsi in grado di svolgere alcune azioni e di essere liberi può evitare l’accumulo di tensione e ansia.
Come affrontare il vagabondaggio
Se il nostro caro cerca sempre di scappare di casa, la soluzione non è il rimprovero o, peggio, chiuderlo a chiave in una stanza. Facendo così potremmo anzi peggiorare lo stress della persona malata fino a portarla ad assumere un atteggiamento di violenza. La cosa migliore da fare in queste situazioni è allora creare un diversivo: dovremmo cercare di distrarre la persona, proponendogli un’attività alternativa.
Se insiste per uscire di casa, dovremmo assecondarlo, accompagnandolo e riportandolo indietro poco dopo. A volte basta questo per calmare una persona e lasciare che si affidi a noi nel suo disorientamento.
Se il nostro caro dovesse scappare dovremmo cercarlo nei paraggi o sui tragitti che è solito percorrere, ma avvertire la polizia se non lo troviamo in poco tempo. Da evitare, invece, il più possibile, il ricorso alle medicine che potrebbero avere effetti collaterali come sonnolenza, confusione e incontinenza urinaria. Se il fenomeno è costante è allora bene chiedere il parere a un medico che potrebbe scoprire una causa fisica (un dolore per esempio) che spinge il malato a muoversi e camminare di continuo.
Vagabondaggio e Alzheimer: come prevenirlo
Come diciamo spesso, la cosa più importante da fare come caregiver è creare ambienti sicuri, in cui il malato possa girare senza correre rischi per la sua salute e anche la nostra. A volte il vagabondaggio è un sintomo di eccesso di energia: non dobbiamo dimenticarci di far muovere i nostri malati e di fargli fare attività fisica. Tante volte le persone affette da demenza assumono comportamenti “strani” semplicemente per noia: tocca a noi ridurla.
Se vogliamo davvero ridurre gli episodi dovremmo capire le motivazioni che spingono il nostro malato a vagabondare. Quindi dovremmo segnarci la circostanza e l’orario in cui questo succede, così da individuare eventuali costanti che potrebbero essere la causa del comportamento che si potrebbe dunque anticipare o meglio evitare intervenendo per tempo.
Per stare più tranquilli potremmo anche allertare i vicini di casa, chiedendo di avvisarci o di intervenire se dovessero vedere il nostro malato fuori di casa da solo. In ultimo, facciamo in modo che le persone affette da Alzheimer abbiano sempre addosso un documento di identificazione o un numero di telefono da chiamare.