
Le terapie non farmacologiche sono attività o tecniche utilizzate per curare la malattia di Alzheimer, in particolare servono a portare sollievo ai pazienti e a facilitare la quotidianità di chi se ne prende cura.
Le forme di demenza sono l’emergenza sanitaria dei nostri tempi: i numeri sono in costante crescita e ancora non esiste una terapia farmacologica in grado di curare questo tipo di malattia o di fermarne l’avanzamento. Tra tutte le forme di demenza l’Alzheimer che colpisce 600mila persone solo in Italia è una tra le più difficili da affrontare, soprattutto per chi se ne prende cura. Se la malattia è conosciuta per la perdita di memoria, sappiamo invece che accanto ai sintomi cognitivi, questa malattia se ne porta dietro molti di tipo comportamentale che rendono particolarmente complessa la vita di tutti i giorni. Ansia, deliri e allucinazioni, disturbi del sonno e dell’alimentazione fino alla perdita della capacità di comunicazione.
Ecco perché sempre di più si interviene con le terapie non farmacologiche (TNF), ossia di tecniche utili a rallentare il declino cognitivo e funzionale, a controllare i disturbi del comportamento e a compensare le disabilità causate dalla malattia. Lo scopo è raggiungere una migliore qualità della vita sia per il malato – a livello fisico, emozionale e cognitivo – sia per il caregiver.
Alzheimer e terapie non farmacologiche: quali scegliere
- Doll therapy
È uno strumento che favorisce il benessere del malato e che aiuta anche chi si prende cura del malato a capire lo stato di avanzamento della malattia. La bambola terapeutica è stata “inventata” in Svezia alla fine degli anni Novanta e serve per stimolare l’empatia e le emozioni. - Musicoterapia
Questa TNF si usa per rievocare emozioni e reminiscenze agevolando le relazioni col presente. La musicoterapia recettiva prevede l’ascolto di musiche e suoni significativi per la persona dal punto di vista emotivo relazionale. Quella di tipo ambientale, invece, è un intervento è un supporto che può favorire alcune attività specifiche di alcuni momenti della giornata (musica del risveglio, musica dei pasti, per esempio…) e serve ad alleviare tensioni o dolori. - Arteterapia
Questo tipo di TNF serve a stimolare la creatività del paziente, sperimentando diversi materiali artistici per esprimere sentimenti, pensieri e ricordi. Il prodotto artistico, in questo modo, si sostituisce alla parola come mezzo di comunicazione e riesce a trasmettere le emozioni del nostro caro. - Terapia del Treno
Questa terapia agisce sui disturbi comportamentali, stimolando i rapporti, le relazioni, gli incontri, creando momenti di socialità. Consiste nel costruire un’ambientazione in cui sono le valigie, la sala d’attesa, il bigliettaio, il capostazione: tutto ciò che serve per tornare indietro nel tempo pensando di essere in un’antica stazione in procinto di prendere il treno di un viaggio immaginario che faccia rivivere ricordi ed emozioni, calmando o sollecitando, in base al bisogno. - Stimolazione cognitiva
È rivolta a pazienti affetti da demenza medio-lieve, senza disturbi comportamentali e deficit sensoriali. L’obiettivo è il riorientamento del paziente attraverso stimolazioni legate allo spazio e al tempo; la stimolazione della memoria mediante argomenti legati al passato e all’attualità; la rimotivazione attraverso la discussione di alcune tematiche legate alla vita attuale del paziente. - Terapie sensoriali
Questo processo metodologico prevede reazioni o non reazioni in seguito a stimoli che coinvolgono i sensi delle persone malate e che non presuppone necessariamente l’esistenza di abilità cognitive. Si può infatti utilizzare per lavorare con pazienti in stadio avanzato. Le persone sottoposte a questo tipo di TFN mostrano un miglioramento significativo dei alcuni sintomi comportamentali, quali apatia, trascuratezza, aggressività e depressione. Un’applicazione di questo metodo è la camera di stimolazione multisensoriale, molto efficace per rilassare.