
Molti si chiedono come riconoscere quando è il momento di ricoverare il proprio malato di Alzheimer e, ancora di più, se è sempre necessario farlo. Proviamo a spiegare come riconoscere i segnali per intervenire tempestivamente
Per la malattia di Alzheimer non ci sono cure efficaci, però è possibile che alcuni farmaci specifici, utilizzati in fase precoce nell’evoluzione della malattia, possano essere utili nel mantenere a lungo una qualità di vita accettabile. Questo è molto importante perché è importante imparare a riconoscere il più presto possibile i primi sintomi della malattia e da questo punto di vista è importante valorizzare le prime avvisaglie di un deterioramento cognitivo.
Ci sono innanzitutto degli errori che vanno evitati assolutamente, come per esempio quello di minimizzare i sintomi. Talvolta i comportamenti di una persona affetta da Alzheimer, all’inizio possono sembrare solo dei comportamenti bizzarri, si può pensare a distrazione o smemoratezza, ma questo non fa altro che prolungare il tempo di attesa prima di una visita e quindi di una diagnosi. L’altro errore da evitare assolutamente è quello di sostituirsi alla persona nelle attività che non può più svolgere, perché così facendo si aumenta la sua dipendenza e si tende ad aumentare la sua disabilità.
Un’altra cosa da evitare, ancora, è creare attorno alla persona un’area protettiva per cercare di minimizzare l’impatto con un possibile rapporto sociale, magari non adeguato o disagevole. Nonostante le buone intenzioni, questo si traduce in un isolamento della persona con una conseguente riduzione delle chance di avere stimoli anche nella vita sociale, che sono fondamentali per mantenere una vita attiva.
L’Alzheimer è una malattia da riconoscere al più presto per poter imparare, presto, a conviverci. E quindi ecco alcune cose da tenere presente:
- convivere con la malattia di Alzheimer vuole dire condurre una vita molto regolare, fatta di tante piccole attività quotidiane e appuntamenti che possono diventare piccole conquiste, come alimentarsi da solo o andare in bagno in autonomia. Tutto questo è molto importante come lo è accompagnare sempre i nostri cari in queste azioni.
- bisogna sempre fare attenzione anche ai più piccoli cambiamenti, che a volte si manifestano per la presenza di altre malattie, per esempio un’influenza o una disidratazione può portare a cambiamenti importanti o aggressivi. Allora è importante non essere soli, ma farsi consigliare e rivolgersi a centri specializzati.
- sono tante le figure da coinvolgere nell’assistenza a un malato, non c’è solo il medico. Ci sono psicologi, infermieri, assistenti sociali, ognuno di loro può aiutarci a interpretare meglio ogni situazione e a indicarci la via migliore per affrontarla.
- bisogna essere realisti nell’affrontare questa malattia: noi vorremmo sempre essere di aiuto e supporto e sapendo che questa è una malattia che evolve, ci sono avvisaglie e punti di non ritorno che è necessario saper riconoscere perché non saper prendere la decisione giusta al momento giusto può essere “pericoloso”.
Tutto questo ci porta alla conclusione che è fondamentale riconoscere quando la situazione non può più essere gestita in casa da noi. Un momento delicato sia per il caregiver che può entrare in crisi nel vedersi non più in grado di aiutare il proprio caro, sia per l’ammalato di Alzheimer che non ha più il sostegno che dovrebbe avere e soprattutto tutto l’affetto e le attenzioni. Allora è importante riuscire a individuare i segnali che ci dicono che la situazione non può più essere gestita in casa.
Uno dei più evidenti è l’inversione del ritmo dormi-veglia, cioè quando l’ammalato durante la notte svolge attività tipiche del giorno, come camminare, preparare il caffè, pulire la casa… Quando questo succede, il caregiver deve restare sveglio e questo non è sostenibile a lungo andare. In questo caso è necessario rivolgersi al proprio medico curante o specialista di fiducia, per affrontare la situazione con molto realismo, senza far perdere l’affetto e l’accompagnamento alla persona, e trovare una struttura specializzata dove è possibile continuare a seguire il proprio caro, ma con l’aiuto di professionisti.