
La fase intermedia dell’Alzheimer è anche, in genere, quella più lunga: cosa aspettarsi e come prepararsi nel nostro ruolo di caregiver. Conoscere la malattia è sempre la cosa più importante per essere pronti e preparati e per poter fornire l’aiuto più adeguato.
La fase intermedia dell’Alzheimer è in genere la più lunga e può durare infatti molti anni e, ovviamente, mano a mano che la demenza progredisce, la persona malata di Alzheimer richiederà un livello maggiore di assistenza. Durante le fasi centrali dell’Alzheimer, i danni al cervello iniziano a rendere difficile, per chi ne è affetto, esprimere i propri pensieri e svolgere anche i più semplici compiti di routine. In questa fase la persona affetta da demenza confonde le parole, ha difficoltà a vestirsi, può improvvisamente diventare arrabbiato se non addirittura aggressivo. Ma soprattutto i disturbi del comportamento si accentuano, rendendo i comportamenti dei nostri cari sempre più inaspettati e, incomprensibili.
Questi cambiamenti, anche se compaiono in maniera progressiva, sono difficili da accettare per tutte le persone coinvolte – perché come diciamo spesso, l’Alzheimer ha effetti non solo su chi ne è affetto, ma anche sui suoi famigliari e persone più vicine. È però importante però sapere che sono disponibili alcune risorse per aiutare i nostri cari e anche per alleviare il nostro ruolo di caregiver: l’importante è essere coscienti del fatto che essendo l’Alzheimer una malattia degenerativa, ci saranno sempre cambiamenti, anche nel nostro rapporto con la persona malata e sarà quindi importante cercare e trovare ogni volta il modo giusto di rapportarci.
Alzheimer e fase intermedia: il ruolo del caregiver
Essere un caregiver nelle fasi centrali dell’Alzheimer richiede molta flessibilità e pazienza perché occuparsi di una persona malata potrebbe diventare sempre più difficile, giorno dopo giorno. Progressivamente, infatti, cambia il comportamento e e le facoltà diminuiscono sempre di più, quindi il bisogno di assistenza diventerà sempre più necessario e continuativo. Da un lato ci verranno richieste maggiori responsabilità, ma soprattutto dovremo essere in grado di adattare la routine quotidiana alle nuove esigenze dei nostri cari.
Più si conosce la persona di cui ci prendiamo cura, il suo passato, le sue preferenze e i suoi bisogni, più riusciremo a instaurare un rapporto di fiducia che permetterà di vivere il più serenamente possibile il decorso della malattia. Per questo non bisogna mai dimenticarsi di chiedere aiuto, consigli e pareri: al medico di base, agli specialisti e anche alla nostre rete di relazioni che possono aiutarci nel fornire assistenza continua, sollevandoci da alcuni impegni e fornendoci anche il supporto emotivo necessario in alcuni momenti.
È infatti fondamentale prendersi cura anche di se stessi, staccando ogni tanto dal nostro ruolo di caregiver. Come è importante non isolarsi, cercando invece di scoprire tutti i servizi e le realtà presenti nella nostra città/comunità e accettando gli aiuti che vengono dall’esterno.
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