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Alzheimer e doll therapy: i benefici delle terapie non farmacologiche

By Maggio 1, 2020Alzheimer
doll therapy

La terapia non farmacologica della bambola – doll therapy – favorisce sentimenti positivi di attaccamento e sicurezza e diminuzione dell’aggressività, in anziani affetti da demenza

 

Inventata in Svezia per i ragazzi con autismo, la doll therapy è una delle terapie non farmacologiche utilizzate per ridurre la progressione dell’Alzheimer. Nata alla fine degli anni Novanta, per mano della psicoterapeuta Britt Marie Egidius Jakobsson, questa terapia prevede l’utilizzo di una bambola da parte del paziente da maneggiare e accudire. 

La doll therapy nei pazienti di Alzheimer è in grado di ridurre alcuni disturbi comportamentali come il cosiddetto wandering, l’ansia e l’aggressività, l’agitazione, la depressione, l’apatia e i disturbi del sonno. Infatti l’anziano creando una relazione con la bambola trova equilibrio, riducendo il senso di isolamento rispetto al mondo esterno. 

Doll therapy: come funziona e che effetti ha?

Il malato di Alzheimer coccola, abbraccia e si prende cura della bambola, come fosse un bambino; le parla e presta attenzione: tutti aspetti fondamentali per attivare la sua sfera emotiva e farlo sentire meno solo anche quando si sentirà smarrito non riconoscendo luoghi, oggetti o persone. La doll therapy può ridurre gli accessi di ira e degli stati d’ansia perché concentrare la propria attenzione sulla bambola e avere nei suoi confronti atteggiamenti di dolcezza e affetto aiuta il malato a rilassarsi. Addirittura i benefici si possono vedere anche sull’insonnia, portando a notevoli miglioramenti nell’alternanza sonno-veglia. La doll therapy migliora la stimolazione sensoriale attraverso l’utilizzo del tatto e le capacità comunicative di chi la utilizza. 

L’azione dell’accudire, poi, seppure rivolta a un oggetto inanimato, può anche favorire il risveglio di ricordi piacevoli, riportando alla mente emozioni e sensazioni legate a un momento felice della propria vita. È importante tenere a mente questo perché i malati di Alzheimer anche quando non riescono a ricordare, mantengono la memoria delle emozioni, quindi stimolare e far rivivere quelle positive ha effetti benefici sul loro stato d’animo. La doll therapy favorisce l’attivazione della memoria e il recupero parziale dell’autoconsapevolezza. 

Doll therapy: efficacia e consigli

Tra tutte le terapie non farmacologiche, questa è una delle più efficaci. Ovviamente, trattandosi di una terapia, bisogna affidarsi a un esperto per ricevere indicazioni sul trattamento: le bambole utilizzate nella doll therapy sono specifiche, hanno caratteristiche particolari e nell’utilizzo della terapia devono essere rispettati alcuni criteri, tempi e modalità. Infine, se si percepisce un fastidio da parte del malato, è bene interrompere la terapia: non bisogna mai forzare a fargli fare qualcosa con il rischio di innervosirlo.

 

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