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Alzheimer e cibo: cosa mangiare e quando. Tutti i suggerimenti

By Aprile 29, 2023Alzheimer
Alzheimer e cibo

Mangiare è una di quelle attività che l’Alzheimer può rendere “complicate”: spesso chi ne è affetto perde peso molto in fretta e questo accade di solito perché si dimenticano di mangiare o si convincono di averlo già fatto. Abbiamo raccolto alcuni suggerimenti che possono essere di aiuto nella gestione dell’equilibrio Alzheimer e cibo

 

Le persone malate di Alzheimer spesso non si nutrono in maniera adeguata, se vengono lasciate indipendenti nella gestione di questa attività, soprattutto nelle fasi intermedia e avanzata della malattia. Di solito, le persone che soffrono di demenza hanno scarso appetito, questo può accadere perché non vengono riconosciuti i cibi che ci si trova nel piatto, altre volte la causa possono essere i denti o le protesi dentarie non adatte, ma allo stesso un’incapacità a riconoscerlo e dirlo. Altre volte sono i farmaci o la modifica dei dosaggi che influiscono sull’appetito. O ancora può trattarsi di scarso movimento fisico: finché una persona è in grado di camminare, è fondamentale che faccia delle brevi passeggiate ed è sempre bene mantenere un po’ di mobilità, facendo fare esercizi. In ogni caso se notiamo dei cambiamenti la prima e unica cosa da fare è interpellare un medico.

Perché è importante il rapporto Alzheimer e cibo?

Il cibo è il carburante del nostro corpo (e anche del nostro cervello) e una corretta alimentazione aiuta a mantenere il nostro corpo forte e sano. Viceversa un’alimentazione scorretta può aumentare i sintomi e causare una perdita di peso, che si traduce in minore forza e autonomia.

Come abbiamo già detto altre volte in passato è dunque importante curare la dieta dei nostri cari malati, che deve essere varia. La scienza suggerisce anche di seguire una dieta mediterranea, quindi ricca di verdura, frutta, cereali integrali, latticini a basso contenuto di grasso e alimenti proteici magri. Da eliminare o ridurre gli alimenti ad alto contenuto di grassi saturi e colesterolo. Alcuni grassi sono essenziali per la salute, ma non tutti i grassi sono uguali. Riducete i grassi dannosi per la salute del cuore, come il burro, lo strutto e le carni grasse. Un discorso simile vale anche per gli zuccheri raffinati che vanno ridotti il più possibile. Questi sono contenuti negli alimenti trasformati e hanno la caratteristica di contenere calorie, ma non vitamine, minerali e fibre. La voglia di dolce si può saziare con la frutta o con prodotti da forno dolcificati con succhi di frutta. Tuttavia, negli ultimi stadi dell’Alzheimer, se l’inappetenza è un problema, l’aggiunta di zucchero agli alimenti può incoraggiare il consumo.

Limitare gli alimenti ad alto contenuto di sodio e usare meno sale e, in alternativa, utilizzare spezie o erbe aromatiche per condire il cibo.

I problemi di alimentazione si possono aggiustare o tenere sotto controllo con alcuni integratori, ma non possiamo prendere nessuna iniziativa. Solo un medico nutrizionista o specialista può suggerire quelli giusti da assumere. Infine anche l’idratazione può diventare un problema ed è quindi importante tenere controllato anche quando e quanto il nostro caro beve, incoraggiandolo, soprattutto nel periodo estivo. Se fatica a bere, possiamo dargli alimenti che contengono molta acqua, come frutta, zuppe, frullati e sorbetti.

Il momento del pasto: come curarlo

Oltre al cibo, dobbiamo curare anche il momento del pasto, che deve essere innanzitutto tranquillo. Nelle fasi intermedie dell’Alzheimer, le distrazioni, le troppe scelte e i cambiamenti nella percezione, nel gusto e nell’olfatto possono rendere più difficile mangiare.

Ecco alcuni consigli che possono aiutare: limitare le distrazioni; servire i pasti in un ambiente tranquillo, lontano dalla televisione e da altre distrazioni; mantenere una tavola semplice, evitando piatti, tovaglie e tovagliette a fantasia che potrebbero confondere la persona. Un buon modo per aiutare le persone è usare piatti colorati, a contrasto tra loro e con la tovaglia.

Dobbiamo poi controllare la temperatura del cibo. Una persona affetta da demenza non sempre è in grado di capire se qualcosa è troppo caldo per essere mangiato o bevuto, siamo noi a dover verificare.

Le persone affette da Alzheimer possono cambiare umore improvvisamente e noi spesso non ne capiamo il motivo: anche a tavola si può aiutare la persona malata a vivere serenamente questo momento evitando, per esempio, di far scegliere tra diverse alternative. La difficoltà a esprimersi o l’incapacità a riconoscere un cibo o a ricordarne il sapore, mettono in difficoltà il malato, stressandolo. Offriamo un piatto alla volta.

In generale, poi, vale sempre la regola della flessibilità. Consumare un pasto potrebbe richiedere molto tempo, ciò che fino a un giorno piaceva, potrebbe – improvvisamente – non andare più e tanto altro: è fondamentale non insistere e non forzare.

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