
Uno dei sintomi più evidenti e comuni a tutti i malati di Alzheimer è la cosiddetta agnosia, ossia la perdita della capacità di riconoscere e identificare persone, cose e luoghi. Ecco cosa si può fare di fronte a questa incapacità
L’agnosia è uno dei sintomi della malattia di Alzheimer che rientra nella classificazione delle 4 A: amnesia, afasia, aprassia e agnosia. Ognuno di essi indica un gruppo cognitivo colpito dalla malattia, la memoria, la comunicazione, la gestualità e il riconoscimento delle cose e persone.
Tra questi, l’agnosia è sicuramente uno dei più evidenti e che può iniziare a manifestarsi già nelle fasi iniziali o intermedie della malattia, creando un senso di smarrimento nel malato che non riesce a compiere associazioni. Quando un malato non riesce a riconoscere le persone e gli oggetti è facile pensare che si tratti di un problema di memoria, di uno stato confusionale o magari anche della vista. A volte è così, altre invece questa incapacità è dovuta al fatto che il malato non riesce a collegare e dare un senso a ciò che vede e ciò che ricorda: i due tipi di informazioni non coincidono più.
L’agnosia provoca ansia e paura nel malato che si isola e, d’altra parte, nei suoi familiari può scatenare tristezza o turbamento nel non vedersi più riconosciuti.
Alzheimer e agnosia: come affrontarla?
Quando il nostro caro non riconosce più un oggetto e non sa come usarlo, la cosa più semplice che possiamo fare è fargli vedere come e perché si usa. Se il malato, invece, afferra un oggetto sbagliato per compiere un’azione (per esempio lo spazzolino anziché la spazzola), dobbiamo provare a dargli quello giusto. L’importante è non deriderlo, non enfatizzare l’errore e soprattutto non insistere: se il malato non vuole vedere o accettare le nostre istruzioni meglio smettere e magari provare in un altro momento.
Di fronte, invece, allo smarrimento tra persone occorre rassicurare il malato spiegandogli che si trova tra persone conosciute, per cui non deve avere paura. Purtroppo, nelle fasi avanzate della malattia, è normale che i malati non riconoscano più nemmeno i familiari più stretti: non bisogna offendersi, si tratta dell’incapacità di associare i ricordi e i volti delle persone che hanno di fronte. Non essere riconosciuti è una cosa che può ferire profondamente, ma dobbiamo ricordare che ciò non significa necessariamente che la persona malata ci ha dimenticato o ci rifiuta. È infatti possibile che il malato abbia teneri ricordi di noi e senta la nostra mancanza, anche se noi siamo presenti.