
Il lavoro di cura è una professione e un ruolo a rischio stress, per questo è importante individuare i campanelli di allarme. Ma ancora più importante è capire come comportarsi e interagire con i nostri cari malati di Alzheimer. I consigli degli esperti di Korian.
La prima cosa in assoluto da fare quando ci interfacciamo con una persona che soffre di disturbi del comportamento è osservare. Quando la persona mette in atto un comportamento, ci può venire spontaneo agire e reagire, invece è importante osservare il comportamento, il contesto in cui avviene per cercare di capire il suo bisogno, facendo delle ipotesi.
Le ipotesi, con le persone che soffrono di demenza, sono molto importanti, perché non avendo molte certezze, ci sono invece tante possibilità da esplorare. Se per esempio il nostro caro inizia a urlare e ci chiediamo “perché urla?” sarà difficile trovare la risposta a questa domanda, se invece iniziamo a fare ipotesi dicendoci una frase come “e se stesse urlando perché…” quasi sempre la frase si completa automaticamente con una o più ipotesi che nascono dall’osservazione. Potremmo immaginare che abbia caldo, oppure freddo, potremmo notare dei suoni di sottofondo fastidiosi… Andando a intervenire su quei possibili elementi di disturbo dovremmo riuscire a calmare la persona, se così non fosse, dovremmo procedere con altre ipotesi.
In altre parole, gli operatori che hanno a che fare con persone malate di Alzheimer devono assumere un approccio di tipo calmo e riflessivo: è sempre meglio aspettare prima di intervenire, a meno che non ci si trovi di fronte a una situazione di pericolo.
Essere un caregiver non è un compito semplice e chi si occupa di una persona malata in casa di solito non ha una formazione specifica e quindi agisce più d’istinto e di pancia. E pure con le intenzioni migliori, è facile che possa addirittura peggiorare la situazione in corso. Chiedere aiuto e confrontarsi, aiuta a migliorare la nostra esperienza e anche la qualità della vita del nostro malato. Lavorare in equipe è il sistema più efficace e anche prendendosi cura di una persona in casa propria, non esclude questa possibilità. Ogni persona coinvolta deve intersecarsi con le altre con lo scopo di facilitare le cure e alleggerire anche il peso del ruolo.
Come abbiamo infatti già detto altre volte, prendersi cura di una persona affetta da Alzheimer è un compito faticoso. I disturbi comportamentali, in particolare, si frappongono alla nostra routine, alle nostre convenzioni e quindi bisogna fermarsi e dedicare il tempo necessario per risolvere la questione. Per questo, come si diceva prima, è fondamentale osservare e cercare di comprendere la situazione di volta in volta. Solo così si può creare una buona relazione e si evita di arrivare a stati di stress elevati.